COLPI DI TACCO di Mario BIANCHINITOP

COLPI DI TACCO di Mario BIANCHINI

Per questa calda estate, vi proponiamo una nuova rubrica dell’amico Mario Bianchini. Diventato giornalista professionista ed appassionato di sport fin da bambino, trovò per trent’anni su La Stampa e Stampa Sera il piacere di poter raccontare lo sport. La sua fede giallorossa è stata gratificata dall’”Associazione Cavalieri della Roma, premio Lino Cascioli” con il conferimento del titolo di Cavaliere della Roma. Buona Lettura…


Fra le letture in libreria, spicca il freschissimo album fotografico di Sabrina Ferilli la quale racconta la sua Roma in una sorta di biografia attraverso le immagini di grandi maestri che hanno immortalato le sfaccettature più suggestive della città eterna.

Esse vanno dai ricordi della prima abitazione in via Palomba, del teatro Sistina in compagnia di Garinei e Trovajoli, della capitale vista dagli occhi dei geni della fotografia Cartier-Bresson e List, da Jodice a Barengo Gardin , da Turetta e Scianna.

Però non è stata fortunata la nascita del piccolo capolavoro. Anzi, a causa di un madornale equivoco, essa  ha rischiato di creare una frattura fra Sabrina e la gente romanista. Era accaduto che non si rivelasse felice l’idea dell’annuncio,  attraverso un’intervista rilasciata ad  Alessandra Mammì di  Repubblica.

Sabrina Ferilli presenta il suo album (foto esclusiva di Marcellino Radogna)

Alessandra, coautrice dell’opera, è una collega di primo piano, appartiene all’elite del giornalismo. Purtroppo è orfana di passione giallorossa. Quella che sarebbe servita come il pane ad illustrare uno dei contenuti di maggior spessore. Un milione di tifosi romanisti, radunati  al Circo Masssimo impazzito, ignorati per lasciar posto alla “Roma politica, religiosa, culturale , turistica, archeologica, godereccia e malinconica” non è passato inosservato. Quel milione, moltiplicato per le nuove e vecchie generazioni , conquistati dalla squadra di Di Francesco, si sono chiesti a buon diritto :” Dov’è finita la città giallorossa ? ”

Non una parola , neppure un cenno. La stessa Sabrina sarà rimasta sconcertata. Ma fortuna volle che la cartina tornasole fosse dietro l’angolo. Dormano sonni tranquilli , fra due guanciali, i tifosi romanisti. La madrina dello scudetto non dimentica il giro di campo per mano con Francesco Totti, lo spogliarello che fece il giro del mondo seminando fascino e colori giallorossi.

Sabrina ha sconfitto il tempo. Bella, giovane, in forma smagliante, è comparsa sul palco della libreria Feltrinelli in galleria Alberto Sordi, riscuotendo applausi e ovazioni, esattamente  come avveniva quasi trent’anni fa sugli spalti dell’Olimpico.

L’album “Io e Roma”, presentato davanti ad una piccola folla di fotografi e giornalisti, di gente nota , fra cui cui spiccava Roberto D’Agostino,  fa giustizia di delusioni , di equivoci ( anche di un ‘buffetto’ alla tenera Mammì ). Racconta la notte magica del Circo Massimo , “il grande lago scavato tra l’Aventino e il Palatino “, il milione di tifosi, i canti di Antonello Venditti, per giungere alla scena regina dello spogliarello più famoso al mondo. Nulla è cambiato.

A distanza di trent’anni rivela retroscena poco conosciuti dello sconvolgimento interno che l’assalì quando si trovò con un bandierone in mano , sola , in mezzo al Circo Masimo, circondata da una folla urlante. “Più che paura, avvertivo un senso di stordimento. E’ stata l’esperienza più forte che avessi mai vissuto. Ma lo era per chiunque fosse lì, perché un milione di tifosi in delirio, in quel palcoscenico, non è una cosa che si rivedrà tanto presto. Io percepivo intorno a me solo le onde della marea umana e i colori giallorossi che vibravano.

Ero giunta ai limiti di un’allucinazione . Lì, sola, con la bandiera in mano , senza alcun servizio d’ordine a proteggermi. Roba degna di una crisi di panico. Eppure sono stata talmente trascinata dall’evento e nell’evento , che non potevo più tirarmi indietro. Sorretta da coraggiosa incoscienza e da una buona dose di fatalismo, mi dicevo ; ‘ Ormai sono qui, vada come vada . Se mi ammazzano , se mi prende un infarto, se mi travolgono, vabbè, pazienza. In un momento come quello, l’appartenza alla città è totale. Ringrazio il presidente Sensi per aver inventato questa storia della madrina della Roma. Lui mi ha fatto diventare un simbolo della città nell’immaginario di molti cittadini , soprattutto in quelli di estrazione marcatamente popolare”.

Come disse Gesù agli Apostoli :”Uomini di poca fede, perché avete dubitato?”. Ma all’epoca non c’era la dolce Alessandra Mammì. Essa non sapeva, ora sa………..


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