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ROMA-FROSINONE. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego ANGELINO – Una serata rilassante per i tifosi della Roma. Finalmente, verrebbe da dire.

Pensare che tutto era iniziato in un clima di comprensibile contestazione per l’inizio di stagione shock, senza contare gli spifferi sul desiderio di Baldini di dimettersi viste le anticipazioni del libro di Totti che lo riguardano.

L’abisso tecnico tra la Roma e Frosinone è palese, tanto che bastano poco più di 30’ per sistemare la pratica, risolta anche attraverso le bellezze artistiche di Ünder e Pastore, a suo agio nel 4-2-3-1.

Di scontato, visti anche i precedenti, non c’era nulla, ma la squadra è parsa dare un segnale di coesione e di voglia di seguire l’attuale allenatore, che dopo il bastone del post-Bologna ha usato la carota nelle parole rivolte ai propri giocatori.

Già all’intervallo si può iniziare a pensare alla Lazio risparmiando a Manolas, alle prese con un piccolo fastidio muscolare, un secondo tempo di ordinaria amministrazione.

I sussulti dei secondi 45’, oltre che dal suggello di Kolarov versione centrocampista, arrivano dal doppio esordio in Serie A di Zaniolo e Luca Pellegrini, che si toglie pure la soddisfazione di fare l’assist per la rete del serbo.

In una gara rivelatasi alla fine senza insidia alcuna, manca ancora all’appello Schick, prima non pronto a lanciarsi su un assist di El Shaarawy, poi sfortunato nel trovarsi di fronte la risposta (e la traversa) di Sportiello. Se, però, i goal non arrivano neppure in serate così, è difficile ipotizzare di proporsi come valida alternativa a Džeko.

Tassativamente vietato illudersi di essere fuori dal tunnel: dice bene Di Francesco quando afferma che quello di ieri sera deve essere l’inizio di una nuova stagione. Vedremo, al di là dei risultati specifici, se le prossime tre gare prima della sosta (Lazio, Viktoria Plzen, Empoli) rappresenteranno o meno la conferma di un nuovo cammino intrapreso.

 

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