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TOTTI “Una carriera alla Roma è la mia vittoria più grande”

L’ex capitano giallorosso Francesco Totti  è stato protagonista di un’intervista esclusiva della prima puntata della trasmissione di Fabio Fazio a “Che tempo che fa”. Queste le parole di FFrancesco Totti:

L’abbiamo vista qualche mese fa al Colosseo per la prima de “Il Gladiatore, il concerto”. 
“Sì l’ho visto parecchie volte e mi caricava. Poi mi piaceva il contesto. L’ho visto e mi è piaciuto. Ho incontro anche Russel Crowe dentro al Colosseo”.

È stato citato nella Grande Bellezza di Sorrentino.
“Si non lo sapevo. Quando fai un tipo di lavoro sei sempre al centro dell’attenzione”.

Le è mai successo di passare inosservato?
“In realtà ora è anche peggiorato. Pensavo una volta finita la carriera da calciatore che tutto diminuisse. Tra foto e autografi non hai un momento di libertà”.

In onda un video della sua carriera da calciatore. Totti scherza: “Ti ringrazio, ma manca uno dei gol più belli. Quello di Genova”.

Tu saresti potuto andare alla Samp…
“Se non ci fosse stato un mini-torneo con la Roma, già avevo firmato”.

Il 28 maggio è andato in scena qualcosa di incredibile: il tuo addio al calcio. Un momento senza eguali..
“Sì, diciamo che un giorno differente da tutti i miei 25 anni trascorsi da calciatore. Sapevo che era la fine di una carriera che ho sempre voluto terminare a Roma, con un’unica maglia, il mio sogno fin da bambino”.

Dicendo no al Real…
“Sì, ci sono stati propositi di andare via. Alla fine il cuore, la testa, l’amore verso questi colori hanno fatto sì che scegliessi la Roma per sempre. Mi posso reputare un ragazzo fortunato sotto tutti i punti di vista, anche senza vincere tanto: per me la vittoria più grande è stata quella”.

Hai avuto paura a fare il discorso?
“Con Ilary ne parlavamo un mese prima, volevo fare una cosa diversa dagli altri, una cosa semplice. Ci siamo messi là, gli ho detto ‘aiutami, voglio esternare a tutti i tifosi giallorossi, italiani ed europei quello che ho provato in questi 25 anni con questa maglia. Quando stavo a casa da solo, piangevo e mi dicevo “cavolo, da solo piangi? Quando c’è la gente che fai?’, poi venivano Cristian e Chanel e cercavo di non farmi vedere, ma non ci riuscivo”.

Poi piangi anche quando sei solo…
“No, ora no. Però se c’è un rumore mando a vedere Ilary. Da piccolo quando sentivo rumori strani facevo finta di essere morto. Ora, invece, se suona l’allarme va Ilary (ride, ndr). La cosa bella di Ilary è che è rimasta sempre uguale”.

Si dice farete una sit-com…
“Sì, ho letto ma non so niente”.

Sono uscite foto in cui ti rimprovera…
“Non stavamo litigando, lei è abituato a gesticolare, non sta mai ferma (ride, ndr)”.

Il 27 settembre esce il titolo…
“Ringrazio Rizzoli e Condò, Paolo mi è stato dietro un anno, non è stato facile, non lo è neanche per me perché le interviste non mi piacciono tanto. Il 27 facciamo l’evento al Colosseo ma non per me, per il libro: tutto il ricavato andrà al Bambin Gesù”.

Nel libro si racconta di questo amore viscerale tra te, la città ed i tifosi tramite la storia di un carcerato. Un giorno fate visita a Rebibbia e…
“Facciamo il giro panoramico di tutte le celle, andiamo a trovare questi detenuti di ogni tipo di squadra. Erano tutti contentissimi, per loro vedere i calciatori era come vedere il Papa. In questa sala c’era un bancone dove noi facevamo autografi e foto e c’era un ragazzo che strillava e gesticolava, senza che nessuno lo facesse passare. E’ venuto si è fatto la foto per primo con me, non sapevo perché aveva fretta. Ho saputo poi che in realtà lui doveva uscire una settimana prima, ha chiesto il permesso di restare una settimana in più per incontrarmi”.

Ed invece quella volta che ti ha salvato il frate cappuccino…
“Lì mi sono un po’ impaurito. Eravamo ad un ristorante a Testaccio, avevamo appena vinto lo scudetto. Voce di corridoio, la gente ha saputo che ero lì e già c’erano sotto non so quante persone, l’unico modo per scappare perché era impossibile scendere dal ristorante, ci siamo dovuti arrampicare dall’altra parte e c’erano i frati cappuccini. Quando mi sono buttato, c’era questo con la lampada ed ho detto ‘ecco mo ce spara’ ed invece il frate mi ha accompagnato e mi ha chiesto una foto”.

Sul soprannome “gnomo”.
“Mi chiavano gnomo perché non crescevo e nessuno mi voleva in squadra. Mamma mi dava la pappa reale (ride, ndr)”.

Sulla famiglia.
“Sono stati la mia fortuna. Mio padre lo chiamavano “lo sceriffo”.

Quando le cose sono andate bene da calciatore avete dovuto cambiare casa?
“Alla fine era diventato invivibile. C’era gente sul pianerottolo e anche quelli del palazzo erano un po’ seccati”.

Ti ricordi il primo gol al Foggia?
“Sì, non sapevo dove andare. Quando ho visto la palla entrare volevo fare mille cose, poi non ho fatto niente”.

I giornali titolavano: “Totti salva la Roma”…
“Sì, non avevamo fatto una gran partita quel giorno. Io ero ancora giovane e spensierato, senza pressione. Poi man, mano crescendo. Io sono uno molto tranquillo, ma quando c’è da prendersi responsabilità lo faccio tranquillamente”.

Dopo lo scudetto sei uscito in motorino…
“Io sono astemio, partiamo da questo. Dopo la partita tornai a casa e presi la moto, andammo in un ristorante e festeggiammo là. A Roma, però, era impossibile camminare. Entrai lì col casco e restai 5 minuti col casco con tutta la gente dentro e poi l’ho dovuto levare, altrimenti mi veniva la rosolia (ride, ndr)”.

E’ vero che Giovanni Paolo II ad un’udienza tornò indietro…
“Sì, erano le elementari. C’era un’udienza con milioni di persone, passò, dopo due secondi tornò indietro e mi baciò in fronte. E poi vorrei precisare che quello con la barba nella foto, ha rubato il portafoglio a quella signora là (viene mostrata la foto, risate in studio)”.

Foto di Cristian e Totti insieme.
“Mi assomiglia anche se prende più da Ilary”.

Gioca già nelle giovanili della Roma?
“Aveva un torneo a Madrid”.

Video di Cristian che poteva segnare al Psg, ma si ferma perché si era infortunato.
Totti“Gli ho detto per me non sei mio figlio (ride, ndr). Io avrei segnato e poi sarei andato dal portiere”.

Sull’inglese di Cristian.
“Almeno lui lo sa. Ringrazierò sempre Ilary perché ha voluto che andassero alla scuola americana”.

Fazio regala 4 rigatoni a Totti in riferimento alla vecchia intervista dove diceva che Ilary lo controllava sul mangiare:

“Ilary mi controlla. Mangerò qualcos’altro di nascosto”. 

 

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