ACCADDE OGGI

ACCADDE OGGI… 17 ottobre. 1993: I Romanisti salutano Paolo Mantovani

STAGIONE 1993/1994 – VIII Giornata
Genova, Stadio Marassi
domenica, 17 ottobre 1993 (15:00)

SAMPDORIA – ROMA 0-1
RETE: 44’pt Balbo.

SAMPDORIA: Pagliuca, Mannini, Rossi (6’st Bertarelli), Gullit, Vierchowod, Sacchetti, Lombardo, Jugovic (26’st Evani), Platt, Mancini, Salsano.
Allenatore: Eriksson.

ROMA: Lorieri, Garzya, Festa, Mihajlovic, Lanna, Carboni, Haessler, Piacentini, Balbo (45’st Scarchilli), Giannini, Berretta.
Allenatore: Mazzone.

Arbitro: Collina di Viareggio.


 


CORRIERE DELLA SERA

La Samp non asciuga le sue lacrime
La squadra di Eriksson ancora sotto choc dopo la scomparsa del presidente Mantovani. la Roma vince grazie al gol di Balbo. Balbo rilancia la Roma ma la curva rincuora i blucerchiati: “Grazie lo stesso”

Capita sempre cosi’ quando devi dar retta ai soprassalti del cuore, e i pensieri vanno dove vanno, quasi fosse triste perfino vincere. Tuttavia, chi pretende spettacoli comunque, chi lega ancora questa Samp orfana dell’ ultimo dei presidenti tifosi a discorsi di lotta scudetto, non sapra’ spiegare il progressivo affievolirsi degli “erikssoniani”, i loro abbandoni, nello stadio che ad ogni istante evoca Mantovani con un refrain lacerante. Si’ , anche se ci si vorrebbe imporre di chiudere fuori Marassi lo smarrimento, comincia presto sotto i cori “Paolo, Paolo” una prestazione blucerchiata senza appoggi offensivi, un piccolo cabotaggio per orfani scarichi.

E la Roma, che inalbera finalmente un marcatore agile, Festa, per disinnescare Gullit quando spunta da attaccante aggiunto, non puo’ sciupare questa partita… a mezz’ asta. E pratica fino al cinismo. Ha predisposto una ragnatela centrocampistica (Carboni Piacentini esterni, Mihajlovic Giannini Berretta in pressing su Jugovic Platt Salsano) adatta ad evitare le verticalizzazioni, con spostamenti e raddoppi sulle direttrici obbligate invano cercate dallo stralunato Mancini.

Che, come monopunta mobile, lascia spesso Garzya piu’ per accorciare le distanze tra i reparti che per regalargli un comodo punto di riferimento. Povera Samp fratturata: sa articolare soltanto passaggi che riportano il pallone nello stesso punto, cioe’ sotto le grinfie dei guastatori giallorossi votati al contenimento. E dietro, i quattro in linea (Mannini, Rossi, Vierchowod, Sacchetti) ronzano ma non perforano, trattenuti da Balbo che svaria tenendosi largo, incrociandosi con l’ accorrente Haessler.

L’ ex Eriksson tradisce segni d’ impazienza, dinanzi ai guasti improvvisi d’ una organizzazione smemorata, che dimentica i tempi giusti dei passaggi smarcanti, degli scatti simultanei. Gullit dove sei? Basta girotondi affastellati, basta rendere flessibile il tre sei uno giallorosso di partenza per determinare i presupposti del primo blitz del sofferto campionato di Mazzone. Difatti, piu’ rapidi di gambe e riflessi, prima di andare in vantaggio, i romanisti consentono giusto uno spreco sotto rete di Platt su centrata di “treccia nera”; l’ uno due Jugovic Lombardo (tiro sotto misura esalato tra le braccia di Lorieri) e ancora una percussione Gullit che favorisce lo sprint di Mancini sul portiere in uscita, salvo pescare Piacentini mentre gia’ sta pregustando il gol.

Non e’ domenica di Samp spensierata: mancano le corse fondamentali e quel pressare che disturba i propositori avversari; mancano le sovrapposizioni e poi qualcuno che sgualcisca i ragionamenti cadenzati di Giannini. Vero Jugovic? Beh, dinnazi al rettore Sven Goran, il principe delle Frattocchie filtra e rilancia, aiuta Berretta quando Serena lo trapassa, sostiene Mihajlovic ed Haessler quando salgono a rimpolpare la manovra d’ accerchiamento. Proprio Mihajlovic, dopo scorrettezza di Rossi ai danni di Piacentini, scarica da trentacinque metri la punizione. Pagliuca accompagna la traiettoria contro la traversa. Irrompe Balbo in spaccata e Mazzone esulta.

Segue l’ orgogliosa reazione degli orfani di Mantovani, mentre sventolano egualmente i vessilli dei giorni felici. Scene commoventi. Culmineranno in un “grazie lo stesso” verso i ragazzi di Bogliasco. E la maniera piu’ giusta per tentare di raddolcire la loro solitudine. In campo, comunque, l’ opera di recupero si frantuma ancora tra le mani di Lorieri, pure lui incredulo dopo un bolide di Bertarelli grazie all’ unica idea filtrante di Jugovic. Bertarelli poco prima ha rilevato Rossi per assorbire in corsa una forza d’ urto che abitualmente garantiscono gli atipici Gullit, Mancini, Platt. Il quale Platt vanifica altre due volte le centrate di Sacchetti e Lombardo. Roma in trincea. Roma di Festa, anche quando Lorieri esce a vuoto, squadernandosi addosso a Mancini. Capita. La gente doriana comprendera’ .

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