PENSIERI E PAROLETOP

PENSIERI E PAROLE di Paolo MARCACCI

L’UOMO PIU SOLO AL MONDO…

L’uomo, smarrito, si guarda intorno, come se le vie in cui abitualmente passeggia non le riconoscesse, improvvisamente; le palpebre più basse e pesanti del solito, un filo di barba di troppo, come se avesse davanti una giornata da far trascorrere appositamente nell’incuria, nella trasandatezza; nemmeno la camicia è stata abbinata al pullover: marrone su celeste, un pugno nell’occhio malinconico, una nota stonata in più nello spartito melenso che fa da sottofondo a ore vuote, inutili.

Ha in mano un vassoio di dolciumi, forse pastarelle, che gli daranno solo troppi zuccheri nel sangue e nessuna dolcezza al palato, al termine di un pranzo durante il quale tutto gli sembrerà interminabile, e vuota ogni parola, a cominciare da quelle che escono dallo schermo, all’interno del quale alcuni esseri umani dibattono e discutono su alcune questioni, come se avessero una qualche importanza.

Doveva essere questa la noia di Leopardi, il tedio, che fa sentire l’uomo inutile, vano ogni suo sforzo.

Chi ci restituirà il tempo andato, chi cucirà la cicatrice di questa sopraggiunta malinconia che vorrebbe che fosse già notte, che addirittura giunge ad agognare un lunedì mattina, pur di ricominciare una settimana diversa, in cui abbia un senso il giro delle lancette?

Nella luce fioca di un tardo pomeriggio inutile, l’uomo per qualche minuto si assopisce su una poltrona. Sogna di essere l’unico passeggero di un autobus vuoto, sul quale a un certo punto sale un controllore dal volto troppo liscio, per essere vero. Il sogno si fa convulso, l’uomo si fruga, si toglie la giacca, rivolta le tasche dei pantaloni…il biglietto non c’è. È a quel punto che il controllore, senza mutare espressione, si toglie il cappello: è Roberto Mancini.

Si sveglia di soprassalto, l’uomo, con la fronte madida di sudore ghiacciato. È stato solo un sogno, ma l’angoscia è la stessa, è ancora lì. È l’assenza di lei, che gli stringe il cuore in un pugno gelido. Senza curarsi degli altri, che lo guardano incuriositi, si ritrova a mormorare da solo, come solo i pazzi sanno fare: – Dove sei, Serie A? –

 

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