CAMPIONATOSTORIA DI IERI di Diego AngelinoTOP

SAMPDORIA-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego ANGELINO – La Roma che si avvia alla sosta per le nazionali (quando le organizziamo meglio?) vince una gara che le permette di recuperare qualche posizione in classifica (settimo successo nelle ultime 10 giocate).

Lo fa dopo un inizio in cui la Sampdoria di Giampaolo, ben disposta in campo, effettuava perfettamente il pressing, costringendo spesso la squadra di Di Francesco a ricominciare dal portiere.

Ai giallorossi manca un regista, che sappia dettare i tempi e aggirare la pressione avversaria con aperture e cambi di gioco illuminanti: ma questo è un problema che “resiste” da quando non c’è più Pizarro.

Trovato il goal su calcio da fermo (finalmente si sfruttano a dovere!) la Roma si è sciolta potendo contare anche su alcune individualità, come Kluivert (che giocate!) e Cristante, che hanno dato seguito alla già positiva prova di Mosca.

La squadra nel primo tempo rischia solo con un “autopalo” di Kolarov (Olsen, perché non esci?), frazione di gara in cui si addensano su uno Schick al limite dell’imbarazzante i brusii insistenti di tutto l’Olimpico.

La Roma stava per battere un record: 4 rigori, diciamo discutibili, contro nelle ultime cinque giornate. Per fortuna Irrati (Roma-Inter, Skriniar- Perotti, “Cosa devo fare?”, il suo labiale parlando con Orsato, ricordate?), dando retta al buonsenso più che al protocollo, va a riguardare le immagini ed evita una nuova beffa.

Da lì è quasi un monologo romanista che coinvolge anche Schick, il quale trova il goal sul cross di un Kolarov in sovrapposizione modello un anno fa, prima di cedere ai crampi. L’Olimpico riempie l’attaccante di applausi all’uscita dal campo (ah, questo ambiente cattivone!).

Nel frattempo si gode un goal alla Totti di El Shaarawy (complimenti a Mancini per le imbarazzanti convocazioni che lo escludono) e la ciliegina finale del 92, dopo una giocata di tacco di Ünder e il lavoro di Džeko “rifinito” da Audero.

Felice per Juan Jesus, al suo primo goal romanista, che tolte le prime disastrose partite durante la gestione Spalletti ha praticamente sempre fatto il suo quando chiamato in causa.

Non quotato il goal dell’ex Defrel, quando la squadra era già con la testa negli spogliatoi: per fortuna del tutto ininfluente, ma resta quel fastidio simile a una puntura di zanzara.

Si ripartirà da Udine (mentre scriviamo ancora non è ancora certo l’esonero di Velazquez) dove l’alletra dovrà essere alta: l’ultimo rientro delle nazionali ha portato alla sconfitta con la Spal e, tre giorni dopo la partita alla Dacia Arena, ci sarà il Real all’Olimpico; non si può preparare al meglio la gara con gli spagnoli se prima non si battono i friulani.

 

 

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