TOPVOTI A RENDERE

VOTI A RENDERE di Paolo MARCACCI

Nuova puntata della rubrica del nostro geniale Paolo Marcacci che da buon professore, dà i voti al weekend appena trascorso… Una rubrica da non perdere…

10) Minuto 13
Siamo tutti Ilicic, in fondo, perché a Davide Astori ognuno di noi riserva lacrime, che non sempre bagnano il viso ma che in ogni caso sfiorano l’anima. Oltre i colori, calpestando l’idiozia di quei poveracci che sui social ne hanno insultato La memoria dopo Fiorentina – Inter.

9) Gianmarco Tamberi
Mezza barba, per scaramanzia; oro intero, per il suo salto.
Bentornato.

8) Ferrari
Sono solo test, è vero. I problemi, elettrici e strutturali non sono certo mancati, è vero. Così come è vero che probabilmente la Mercedes si sta ancora nascondendo.
Però, guardando i camera-car di Vettel e Leclerc, la macchina è fluida e stabile nei giri velocissimi come se stesse affrontando un giro di rientro.

7) Gigio Donnarumma
Sta tornando. Forse, è già tornato.

6) Lazio
Interpreta il derby con la sufficiente carica agonistica e con il minimo sindacale di lucidità, nelle varie fasi della gara. La pochezza, soprattutto agonistica, della prestazione romanista trasforma giudizi e aggettivi e la compagine biancoceleste, a giudicare dai resoconti, appare quasi gladiatoria.

5) Paolo Silvio Mazzoleni
Non è stato certo lui il problema principale della Roma, però comincia con un cartellino per Juan Jesus dopo soli cinque minuti, per una semplice ostruzione. Prosegue sul filo delle prese di posizione fastidiose.

4) Eusebio Di Francesco
Per i cambi, ma soprattutto per le ennesime dichiarazioni in cui dà la sensazione, parlando dei deficit caratteriali della squadra, che non si consideri uno dei principali responsabili di “esibizioni” come quelle di sabato scorso.
Inaccettabile.

3) Federico Fazio
Non proponibile, in questo momento (sono mesi, in verità), a certi livelli.

2) Kévin Malcuit
Con un retropassaggio dissennato distrugge mezza partita del Napoli contro la Juventus.

1) l’autolesionismo interista
A Cagliari, nonostante la vena di Lautaro, una prestazione che si trasforma in uno psicodramma. Si salvano in pochissimi, tra i quali un Nainggolan smagliante.

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