RASSEGNA STAMPA

OTTAVIO BIANCHI “Non avrei mandato via Di Francesco. Sarri è abituato alle piazze calde”

L’ex allenatore di Roma e Napoli, Ottavio Bianchi, è stato intervistato in qualità di doppio ex in vista della prossiam sfida tra Roma e Napoli. Questi alcuni passaggi sui giallorossi:

Adesso, però, a Roma è tempo di rifondazione. In estate potrebbe arrivare l’8° tecnico in 8 anni di gestione Usa.
«E non mi sembra il massimo, anche la squadra si è stabilizzata ai vertici e se mi dicono che la struttura societaria sia cresciuta tanto. Certo, io Di Francesco non lo avrei mandato via; meglio a fine stagione».

Sarri può essere l’uomo giusto?
«Dipende da cosa gli si chiede. Ho troppo rispetto per pontificare. A Napoli ha saputo fare molto bene. Dicono che faccia giocare sempre gli stessi, però non sappiamo la differenza che vede con quelli che giocano meno. Di sicuro è uno abituato alle piazze calde, anche se a Napoli c’è un amore a senso unico, a differenza che a Roma. Le racconto un aneddoto. Nel 1991, in una stagione travagliata per via della morte del presidente Viola, con i giallorossi arrivammo in finale di Coppa Uefa e Coppa Italia (poi vinta, ndr). A fine stagione pensavo solo alla gestione in attesa delle finali, così andammo a giocare a Pisa e, pur non facendo granché, vincemmo la partita. Percepii nella piazza una euforia immotivata, che poi mi spiegarono: c’era tutto quell’entusiasmo solo eravamo avanti alla Lazio. Ricordo che pensai: “Non ho proprio capito niente”».

Possibile, allora, che allenatori come Gasperini e Giampaolo possano soffrire un ambiente così diverso da quello a cui sono abituati?
«Dipende da che cosa gli viene chiesto dalla società, solo da quello. Prendete Gasperini. Ogni anno gli smontano la squadra e lui s’inventa delle soluzioni tattiche nuove, valorizzando i giovani e reinventando altri, Pensi a Papu Gomez trequartista. Insomma, è bravissimo, ma nessuno gli chiede di vincere lo scudetto, così come non lo chiedono a Giampaolo, che a con la Samp sta facendo un gran bel lavoro, rigenerando anche Quagliarella. Il problema, però, è che Roma non è né Bergamo né Genova, anche se il materiale è di prima qualità. Pensi solo in mediana, la zona nevralgica, dove ci sono giocatori bravi e giovani come Zaniolo, Pellegrini e Cristante».

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