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Formula 3 e mezzo: la Roma prova a cambiare pelle

(GAZZETTA DELLO SPORT) Paulo Fonseca, a Trigoria, pensa ad una difesa a quattro che possa considerarsi a tre e mezzo, sdoganando Gianluca Mancini sulla fascia destra, ruolo peraltro svolto anche in Nazionale.

D’altronde, l’emergenza nel reparto esterni è così grande che qualcosa l’allenatore portoghese deve inventarsi. Fuori Spinazzola, Zappacosta, Under e Perotti – tranne il primo, tutti per un periodo non brevissimo – il 4-2-3-1 perde elementi importanti, se non potenziali titolari.

E allora, con l’arrivo di Smalling al centro della difesa, è possibile che Mancini scali a destra, per ricreare uno di quei sistemi tattici in cui la duttilità sia la chiave. Ovvero, visto che l’ex atalantino è soprattutto un centrale abbastanza rapido, con lui si rischierebbe meno sia nell’uno contro uno, sia quando Kolarov sale sulla fascia per andare a sovrapporsi in attacco.

Negli ultimi anni, infatti, era stato Paulo Sousa nella Fiorentina a rispolverare un centrale più bloccato sulla fascia, che dava licenza all’altro esterno difensivo di scorrazzare davanti. Tornato a Roma nel 2016, Luciano Spalletti elogiò pubblicamente il collega, e ripropose l’idea sia in quella stagione che in quella successiva, utilizzando Rüdiger prima a destra (con Digne dall’altra parte) e poi a sinistra (con Bruno Peres sul lato opposto).

Occhio, però, perché Fabio Capello rivendica di aver trovato la stessa soluzione tattica, nel periodo giallorosso, quando nella difesa a quattro l’esterno di destra lo faceva Zebina. Come si vede, nulla è più nuovo del già visto.

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