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RIVISTA LA ROMA – Segno, esulto e torno (4 parte)…

Segno, esulto e torno (quarta parte)…. A grande richiesta continua la rubrica sulle esultanze storiche. In questo capitolo, il nostro Alfio Russo ci racconta le più belle esultanze dal 3 scudetto giallorosso fino ad oggi… Delvecchio, Taddei, De Rossi, Riise, Totti e tanti tanti altri…

Per i nostri amici del sito, ecco un piccolo estratto… Vi aspettiamo in edicola…

Quarta ed ultima parte del nostro viaggio nella piccola storia delle esultanze postgol. Col tempo ci siamo resi conto come anche nel calcio tutto muti in fretta e non necessariamente in meglio. A tale proposito meritano un discorso a parte gli autori dei famigerati gol dell’ex. Fondamentalmente i soggetti in questione si dividono in due categorie: quelli che, per rispetto verso i colori di un tempo, non se la sentono di festeggiare le loro imprese assumendo fissità facciali degne delle maschere drammatiche del teatro giapponese e gli altri che invece sfregiano il passato godendo sfacciatamente come se avessero ritrovato in un cassetto il biglietto vincente della Lotteria di Capodanno.

Il vero problema per tali individui si pone con inaudita perfidia nei casi in cui il destino li porti con rapida frequenza a cambiare società, colleghi e tifosi. Chi ha scelto di non lasciarsi andare non scontenterà nessuno ma si condannerà ad una malinconica crisi d’identità finendo probabilmente sotto analisi, chi non si fa scrupoli bacerà ogni anno una maglia diversa ma presto dovrà andare in giro con la scorta. Lasciamo gli ex ai loro tormenti e riviviamo insieme alcune tra le esultanze più significative dei nostri anni più recenti, certi di poter un giorno completare la serie con nuovi, meravigliosi frammenti di gioia.

Se ognuno ha un colore nel destino, quello di Marco Delvecchio è inequivocabilmente il blu in tutte le gradazioni. Sarà stato un caso ma ben 39 dei suoi 83 gol ufficiali realizzati in giallorosso, fin dal primo in assoluto segnato al Napoli, li ha rifilati proprio ad avversari che del blu e delle sue innumerevoli sfumature portavano i segni sulle maglie. Facciamo un passo indietro. Marco, in avvio di stagione 2002-’03, il campo l’ha visto solo per mezz’oretta scarsa all’esordio in Champions contro il Real. Una fastidiosa fascite plantare lo affligge da tempo ma arriva la Lazio e lui è disposto a qualunque sacrificio pur di esserci e ribadire la sua fama di uomo-derby. Anche per la Roma, costretta ad inseguire le battistrada milanesi, il campionato non è iniziato sotto una luce sfavillante ma tre successi di fila l’hanno rimessa in riga e ora si può ragionare.

27 ottobre dunque, come l’anno prima quando a risolvere la pratica erano stati Totti e ovviamente SuperMarco. Stavolta sono i giallorossi gli ospiti da calendario. Primo tempo nervoso e avaro, quanto invece la ripresa sarà avvincente ed elettrizzante. Minuto 56, la Lazio ha messo il muso avanti grazie a Fiore, lesto a capitalizzare uno strafalcione di Zebina. Nei pensieri di Delvecchio deve riaffiorare la teoria dei colori quando, in spaccata mancina da posizione defilata, riesce ad insaccare una ribattuta di Peruzzi su puntata di Montella.

Marco suona così la sua nona sinfonia, aggancia Dino Da Costa al comando della graduatoria dei gol realizzati nei derby di campionato, prima che Totti superi tutti e due con la doppietta realizzata a gennaio 2015, e corre spalancando le braccia incontro alla Sud che gradisce immensamente lo show. Sarà per lui l’ultimo sussulto in una stracittadina. Arriveranno poi Batigol, Stankovic e Antonioli che, quasi allo scadere, festeggerà la sua 200esima presenza in Serie A inarcandosi magnificamente a deviare il rigore calciato dal velenoso Mihajlović. Ma il primato è tutto di Marco Delvecchio, soave e inebriante come quella tipica notte romana d’ottobre.


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