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EDICOLA. La gioia avvelenata della Roma Pallotta scarica il tifo violento

LA REPUBBLICA (F. BOCCA) – Gol, violenza e veleni. Per la Roma sono giorni duri, adrenalinici e anche terribili, forti. La partita col Chievo, per altro vinta senza problemi, era un semplice intermezzo tra le due col Liverpool. Il match di ritorno di Champions League è un incubo che pesa sotto ogni punto di vista.

L’angoscia per la vita di Sean Cox, il tifoso aggredito dai delinquenti in trasferta, il mercoledì di una città blindata, gli ultrà che non rinunciano mai ad avvelenare e appestare il pallone. All’inizio della partita col Chievo la parte più estremista della Curva Sud sì è esibita in cori odiosi e che non promettono nulla di buono. “Odio Liverpool”, “Fuori gli ultras dalle galere”, per culminare con insulti diretti a James Pallotta, presente in tribuna. “ Pezzo di m…”.

Tutto il resto dello stadio, c’è da dire, ha dissentito e li ha riempiti di fischi. Il presidente della Roma, totalmente al di fuori dell’ideologia pelosa e connivente dei dirigenti italiani, però ha risposto loro coraggiosamente e con encomiabile durezza, incitando addirittura alla ribellione. « Non avevo sbagliato, tempo fa, a definire certa gente fucking idiots, adesso ribadisco che sono dei perfetti imbecilli. Rovinano l’immagine di tutti. Il mio unico pensiero oggi è per Sean Cox, tutto il resto non mi interessa. Sono molto triste per Roma e per la Roma. Ero a Firenze quando nel ’ 93 misero la bomba agli Uffizi, allora gli italiani scesero in piazza contro la criminalità organizzata. Vorrei che anche oggi si prendesse una posizione in questo senso. È tempo che le cose cambino nel mondo e a Roma».

La vittoria sul Chievo per il momento tranquillizza la Roma in campionato e la predispone al meglio per tentare una seconda eventuale impresa col Liverpool. Se ripetesse contro gli inglesi il risultato ( 4- 1) ottenuto contro il Chievo con i gol di Schick, Dzeko ( doppietta) ed El Shaarawy filerebbe dritta alla finale di Kiev. Ma non sarà ovviamente la stessa cosa. Né può sperare che fili quasi tutto via liscio come è successo contro la malmessa squadra di Maran che lotta per evitare la B. Di Francesco stavolta è tornato alla difesa a 4, ma certo Inglese e gli altri non mettevano paura quanto Salah e Firmino.

Unico brivido l’espulsione di Jesus, e un rigore per altro parato da Alisson. Ma la Roma in dieci ha persino segnato altri due gol, per cui alla fine tutti avevano il cuore più leggero e sembravano speranzosi per il match di mercoledì. A cominciare da Di Francesco, assolutamente convinto di un Barcellona bis. « Questa convinzione e questa consapevolezza dobbiamo ri portarla in campo. A Liverpool abbiamo perso la bussola ma non guardiamo quel che è stato, guardiamo avanti. Dobbiamo crederci. Faremo una partita aggressiva, i 4 gol al Chievo dicono che la squadra c’è. Chi non ci crede può stare a casa».

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