CALCIOMERCATOCOLPI DI SOLESTAGIONETOP

COLPI DI SOLE di Paolo MARCACCI

Mercato in entrata, mercato in uscita: le correnti di pensiero romaniste non riescono, perché nemmeno ci provano, a considerare i due ambiti basandosi soltanto sui fatti, ossia sulle cifre e sul valore dei giocatori. Continuano a esistere soltanto il bianco e il nero – in questo caso non c’entrano gli ottimi rapporti diplomatici con la Juventus -, nel senso che le posizioni “sfumate” o intermedie non sembrano essere degne di presa in considerazione, nel dibattito cittadino.

Questo ci potrebbe far sospettare che siano le più azzeccate, pensate un po’. Perché per noi è lecito essere contenti di poter contare sui piedi di Pastore in fase offensiva e al tempo stesso coniderare Marcano un ottimo rincalzo; oppure ritenere che Cristante sia uno dei migliori centrocampisti della nidiata emergente del calcio italiano ma al tempo stesso cominciare a pensare che l’Inter stia allestendo un centrocampo da “Instant – team” per insidiare subito la leadership juventina in campionato.

Solo due esempi di quello che per noi è un corretto modo di ragionare, perché si basa sui fatti, anche se le ultime stagioni ci hanno insegnato che una corrente di pensiero può rendere interpretabili anche quelli. Da una parte è anche divertente, perché ci si può ironizzare all’infinito, o perlomeno nel tempo che resta prima di festeggiare un trofeo (anche questa frase è variamente interpretabile); dall’altra frustrante, in quanto si ha sempre più spesso la sensazione che la prevalenza della corrente di pensiero romanista alla quale si appartiene sia più importante della Roma stessa e questo è innaturale, perlomeno a giudizio di chi scrive.

Di certo, parlando con i risultati sportivi alla mano, le stagioni passate continuano a insegnarci una cosa: di una squadra da costruire e migliorare per poter vincere bisognerebbe sempre, fatte salve le esigenze di bilancio, salvaguardare la colonna vertebrale, ossia la dorsale portiere – centrale difensivo – centrocampista centrale – terminale offensivo, quando il loro valore è acclarato è dimostrato sul campo, come nel caso di molti grandi giocatori che per Roma son passati nei recenti campionati.

Dei risultati economici ci interessa di meno parlare, perché ci si annoia presto e perché preferiamo, dovendolo fare, rivolgerci a chi è davvero competente in materia e può, all’occorrenza, indicarci la corretta interpretazione dei numeri.

Giunti quasi al momento del raduno di una parte della Roma, quindi a sei giorni dalla prima data ufficiale della stagione, ci sentiamo di dire che nessun romanista può insegnare a un altro il modo di amare questi colori; tanto alla fine saranno sempre i fatti – anche quelli mancati – ad attribuire torti e ragioni, se proprio vi sta a cuore.

Una considerazione a parte per la questione di Radja Nainggolan: negli ultimi giorni, su moltissime bacheche e pagine virtuali di moltissimi tifosi romanisti, oltre alle dichiarazioni nostalgiche nei confronti del centrocampista belga sta germogliando anche un altro messaggio, tutt’altro che subliminale: si postano foto di Nainggolan ritratto in campo accanto a Totti. Non c’è bisogno di spiegare che tipo di investitura rappresenti, in termini di appartenenza, a maggior ragione ora che il giocatore veste altri colori, meglio non ricordare quali. Come a dire che va bene tutto, perché alla fine resta la Roma, ma non veniteci a dire che i giocatori sono tutti uguali, o peggio ancora che dobbiamo considerarli tutti allo stesso modo.

 

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