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EDICOLA. Eusebio, trequarti di svolta

IL MESSAGGERO (Trani) – Adesso sarebbe facile dire: Di Francesco, in 3 mosse, ha riacceso la Roma che, fino al derby, non ha nemmeno partecipato alla corsa, come se il campionato non fosse ancora cominciato. Ma i 3 interventi ci sono stati per la riqualificazione del gruppo, evidente più contro la Lazio che mercoledì contro il Frosinone: 1) Santon a destra, terzino di ruolo che nella difesa a 4 è fondamentale; 2) Pellegrini alto, incursore e non trequartista nel 4-2-3-1; 3) Florenzi nel tridente, ala tattica per l’equilibrio.

Nessuno si offenda, ma questa, pensateci bene, somiglia tatticamente alla Roma di Spalletti (vecchia maniera), quella battezzata il 18 dicembre del 2005 a Marassi contro la Sampdoria.

Lo svolgimento affidato ai giocatori torna a essere quello che incoronò, ormai quasi 13 anni fa, l’ex tecnico giallorosso. Ecco gli interpreti sistemati sotto palla, stretti tra loro nelle linee per la densità necessaria e pronti per la ripartenza veloce appena riconquistano il pallone.

Si attacca e si vince pure così. All’azione partecipano almeno 6 giocatori: il terzino che si propone, il mediano che va ad accompagnare e il rombo offensivo al completo. Il centravanti è il faro che indirizza i compagni verso la porta avversaria.

Di Francesco non ha cambiato idea sul suo calcio che, con il 4-3-3, prevede il pressing alto nella metà campo avversaria. E, conoscendo bene il 4-2-3-1, ha però avuto l’umiltà di adattarsi alle caratteristiche dei giocatori e di andare incontro ai senatori. Bisogna, insomma, riconoscergli il grande merito di questa autentica virata che è stata addirittura più significativa dopo la resa di Pastore del derby. Dentro Pellegrini alla Perrotta.

Il 4-3-3, però, non esce di scena. Perché, con l’assenza di De Rossi, è semplice la mossa che, in fase difensiva, consente il bilanciato 4-1-4-1 con Nzonzi play davanti alla linea a 4, con Pellegrini e Cristante (o Zaniolo) intermedi e gli esterni per ogni gusto: a Florenzi ed El Shaarawy si aggiungono sicuramente Under, Kluivert e, quando si riprenderà, Perotti.

Il centravanti è Dzeko, ma lì dovrebbe far bene, se esce dal letargo, pure Schick. Se i reparti riescono a muoversi insieme e quindi a essere compatti tra loro, l’atteggiamento tattico rimane quasi lo stesso.

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