COPPE EUROPEESTORIA DI IERI di Diego AngelinoTOP

ROMA-CSKA MOSCA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego ANGELINO – Torna la Roma “Dottor Jekyll e Mister Hyde”: mesta e sconclusionata in campionato, compatta e vincente in Coppa (esclusa la parentesi Madrid).

Cosa cambia tra le due competizioni? Motivazioni? Sicuramente. Ma forse ancor di più, i giocatori. Quando Di Francesco fa turnover in previsione del vecchio “mercoledì di Coppa”, lo fa evidentemente preservando i suoi migliori.

E in questo la Roma soffre perché, sebbene la rosa sia ampia, il livello degli interpreti varia notevolmente.

Mi viene in mente lo scintillante Lorenzo Pellegrini di queste settimane paragonato all’abulico Pastore o allo spaurito Cristante; penso a Manolas, tappabuchi onnipresente e guardaspalle di un Fazio ancora lontano parente del giocatore ammirato nelle ultime due stagioni.

Penso poi a De Rossi; è evidente che Nzonzi, con lui accanto, riesca a dare il meglio di sé: non possiamo aspettarci il lancio illuminante dal francese, ma la capacità di interrompere il gioco altrui è comunque lodevole.

Per Edin Džeko vale un discorso a parte: distratto, scontroso, impreciso sabato; elegante, concreto, uomo squadra ieri e in generale in Coppa. Evidentemente si esalta nelle serate più importanti ma la Roma ha bisogno, da un lato purtroppo, sempre di lui, visto che Schick, dopo più di un anno, ancora non riesce a ingranare.

Insomma, cosa dobbiamo fare per vedere sempre una Roma come quella di ieri? Paziente, attenta, brava a sfruttare il momento giusto per trovare il vantaggio, capace di raddoppiare e di chiudere la partita a inizio ripresa.

Con gli stessi 11 non si può sempre giocare, è vero, però la maggior parte delle grandi squadre, soprattutto a livello europeo, rinuncia davvero di rado ai propri migliori.

Ora c’è Napoli: avversario tosto con in più il fuoriclasse seduto in panchina a guidarlo. Lo dico subito: Juan Jesus accanto a Manolas, Santon terzino con Florenzi alto e firmo per il pareggio. Troppo importante non perdere eccessivamente contatto con chi sta lì davanti.

 

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