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ROMA-SAMPDORIA. A PRIMA VISTA… di Paolo MARCACCI

Oggi c’è l’inno di Allevi, prima della partita, non la musichetta della Champions, quindi che si fa? Peraltro, bisognerebbe anche riparlare della prestazione di Mosca, oltre che del risultato, ma non è questa la sede adatta.

Molti, compresi noi, avevano invocato il riposo di Dzeko e in questo siamo stati accontentati; quanti però si fidano della presenza di Schick al centro dell’attacco? Soltanto il numero 14 può volgere a suo favore il senso di questo rebus.

La Sampdoria, come tutte le squadre di Giampaolo, gestisce pallone e tempi di gioco – Praet è giocatore di qualità – con grande saggezza e qualità nelle fasi di possesso. La Roma mostra però di avere la giusta dose di pazienza, quindi il gol del minuto 19 non è qualcosa di episodico, per quanto rocambolesco: è efficace lo stacco di Cristante nel correggere di testa la traiettoria dell’angolo da destra, perfetto il movimento con cui Juan Jesus si smarca mezzo metro prima del secondo palo, mettendoci il piedino del vantaggio.

Giustino Kluivert, ormai lo chiamiamo così, continua a essere piccante e saporito come uno di quei sughetti particolarmente ben riusciti , anche quando la manovra risulta un po’ passata di cottura, per così dire. Sua la percussione più efficace del primo tempo, da sinistra, con serpentina e palo pizzicato di piatto, tra gli applausi.

Ma Schick? Ce lo si chiede, si prende tempo per la risposta. Aspettando.

Il cartellino di Irrati, nel frattempo, esce a sproposito per un calcetto maldestro di Florenzi. Ci abbiamo fatto l’abitudine.

Si ricomincia, dopo l’intervallo, con Giampaolo che sceglie Jankto in luogo di Praet.

Ramirez vorrebbe il rigore per un “piedino”, peraltro ritratto, di Manolas. Come se uno urtasse Julia Roberts per strada e dicesse di esserci uscito assieme. A Irrati serve pure il VAR.

Minuto 59: il sinistro di …Godot, poi godo, su incursione di Kolarov da sinistra – as usual -, sottomisura ad anticipare Audero. Il boato è più per la firma che per il gol, perché Schick per un’ora è stato sempre supportato, con la U.

Fallo di mano di Colley, ma dopo il rimpallo sul fianco: prima dischetto, poi scherzetto (ariVAR).

Minuto 68: ovazione duplice, per chi entra e per chi esce: Dzeko per Schick, abbraccio e congratulazioni. Sala per Linetty nella Samp.

Giustino, nel frattempo, appena può, si concede e concede all’Olimpico qualche gemma di prestidigitazione calcistica.

Il tre a zero nasce da un palleggio virtuoso di Pellegrini, da cui scaturisce il suggerimento per El Shaarawy, che prima si fa anticipare dall’uscita di Audero, poi si ritrova il pallone sul destro e conta i giri esatti per un arcobaleno tecnico sul palo più lontano: tutti in piedi, Totti in piedi.

Zaniolo per Pellegrini, applausi.

Ünder per Kluivert: applausi, applausi.

Non era quotato il gol di Defrel, ospitato comodamente tra le maglie giallorosse nell’area piccola.

Al terzo di recupero, mentre stiamo per inviare il pezzo, Dzeko da destra serve rasoterra, ma il vero assist lo confeziona Audero, per il modo in cui esce, favorendo il tocco di El Shaarawy, che appone doppia firma e allarga il sorriso.

Succede poco altro, mentre l’ombra del mite autunno avvolge l’Olimpico appagato da gioco, giocate e risultato. La Samp porta qualche segno di vita dalle parti di Olsen, sempre più comunicativo con i componenti della difesa.

Sono questi i pomeriggi che meritiamo.

 

 

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