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NASCE OGGI… Attilio FERRARIS IV

115 anni fa la nascita del centrocampista, primo capitano giallorosso, oltre che membro della Hall of Fame giallorossa…

Il 26 marzo del 1904 nacque a Roma Attilio Ferraris IV, da famigli di origini piemontesi, e comincio a muoveri i suoi primi passi nel mondo del calcio alla Fortitudo: nel 1927, in seguito alla fusione di questa con l’Alba Audace e il Roman, nacque l’AS Roma e Ferraris ne divenne il primo capitano. Con la maglia giallorossa disputò 198 partite segnando 3 reti, e fu un pilastro della mitica Roma di Testaccio

Vogliamo celebrare il primo capitano giallorosso utilizzando le parole del Prof. Paolo MARCACACI che nel numero 339 della nostra rivista lo descriveva cosi…

“Il tempo che passa, per quanto veloce si ostini a passare, porta rispetto alle storie più autentiche, a uomini e valori che hanno lasciato una traccia, un solco profondo nel mondo di cui hanno fatto parte, con tutti loro stessi, con i pregi e i difetti che hanno avuto, con i meriti che hanno acquisito e le debolezze che hanno mostrato; volendo e sapendo stare nel mondo sempre a modo loro.

È per questo che certe fotografie, magari spiegazzate, mangiucchiate ai bordi, non potranno mai apparire sbiadite. Forse sfocate; certamente sfocate, anzi: negli scatti più autentici, quelli in cui una folla tanto diversa da come siamo noi, per abiti e costumi, fa sembrare che lo sfondo ondeggi, che la carta ingiallita riesca a far sentire il clamore. Di un tempo che non possiamo capire, per non averlo vissuto e averlo sempre troppo poco sentito raccontare, riusciamo però a comprendere quanto fosse importante l’eroe. L’eroe nostro era fatto di tessuto grezzo, stringhe di cuoio duro e bulloni che pugnalavano l’erba. L’eroe nostro poteva capitare, ai ragazzini di allora, di incontrarlo sull’autobus quando tornava dalla contesa.

Era leggendario perché lo vedevi solo in quelle istantanee, dopo aver letto il suo nome tra sbavature d’inchiostro; oppure disegnato da chi ne celebrava i momenti che subito diventavano indelebili: matite e colori, il formato digitale dell’epoca. Inseguiva un pallone che pesava soltanto a guardarlo, con cicatrici di cuciture in rilievo sul cuoio livido, striato d’erba. Ogni colpo di testa come il tuono del cannone di mezzogiorno, al Gianicolo.

…”


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