COPPE EUROPEESTORIA DI IERI di Diego AngelinoTOP

PORTO-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego ANGELINO – Effettivamente mancava, nella variegata storia romanista, l’eliminazione al 117’ su calcio di rigore.

La Roma (l’ultima?) di Di Francesco, schierata con i tre difensori per cercare di dare più solidità a un reparto colabrodo, fa una partita onesta contro un avversario normale.

I tentativi dell’allenatore di dare più copertura alla propria squadra cozzano con il materiale che a disposizione: Karsdorp, che fa sembrare Alex Tello e Corona i Roberto Carlos e Giggs dei tempi d’oro; Nnzozi, che da pachidermico è ormai divenuto ancorato; Marcano, che a quasi 32 anni pensa bene di guardare il pallone anziché preoccuparsi dell’avversario che ha accanto.

A tutto ciò si sommano l’ingenuità di Manolas in occasione dell’1-0, gli infortuni in serie e le scelte di Çakir: troppo per una Roma ridotta nelle condizioni in cui è.

La direzione arbitrale segue un filone che conosciamo bene, quello che va da Van Der Ende a Garcia Aranda; niente di nuovo, non fosse per il VAR che alcune disattenzioni, o castronerie, dovrebbe evitarle anziché acuirle.

Un pensiero veloce sugli infortuni: continuano a cambiare allenatori e preparatori ma loro restano, esattamente come la settimanella di ritiro in montagna prima dell’immancabile tournée negli USA. “Son casi”, diceva qualcuno.

Come da tradizione, si cerca il capro espiatorio: negli ultimi quarant’anni è toccato a Bruno Conti, Giannini, Totti, De Rossi. Oggi è il turno di Florenzi: chissenefrega se Perotti e Džeko hanno avuto, prima del rigore, occasioni enormi per chiudere la qualificazione. Sono d’accordo con De Rossi quando ricorda come Florenzi per la Roma ci abbia rimesso due volte il ginocchio. Aggiungo che gioca da quattro anni fuori ruolo perché la società non è in grado di acquistare un terzino e, quando invece lo fa, il calciatore è improbabile (Bruno Peres) o infortunato (Karsdorp).

Leggo dei possibili sostituti di Di Francesco (mentre scriviamo nessuna decisione è stata ancora presa): il primo pensiero, vedendo i nomi di Panucci e Donadoni, è “meno male che abbiamo già superato i 40 punti”; mentre, per quanto tifoso, ho difficoltà a credere che Ranieri si accontenti di venire a fare il traghettatore per due mesi.

Nella tarda serata di ieri sono arrivate le dichiarazioni, provenienti rigorosamente dall’altra parte dell’Oceano, di Pallotta: sapesse quanto siamo stanchi noi, signor presidente, di otto anni di parole al vento, consulenti esterni, girandole di dirigenti, giocatori e allenatori, sedi e siti nuovi, con la bacheca che continua solo, mestamente, a impolverarsi.

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