TOPVOTI A RENDERE

VOTI A RENDERE di Paolo MARCACCI

Nuova puntata della rubrica del nostro geniale Paolo Marcacci che da buon professore, dà i voti al weekend appena trascorso… Una rubrica da non perdere…

10 e lode) Giovanni Trapattoni
Ottanta anni come gatti infilati nel sacco è soltanto in seguito dichiarati. Uomo di fatti e di sostanza, col tempo trasversalmente amato, anche da quegli appassionati a cui non ha portato in dote scudetti e coppe.
La lode è motivata dal fatto che ha sposato la signora Paola, romana.

9) Valtteri Bottas
Pollicino s’è dileguato, sin dallo spegnimento del semaforo di Melbourne, seminando briciole di perfezione, difficilmente raccattabili persino dallo stesso Hamilton. Segnale inequivocabile di fine vassallaggio, in Mercedes.

8 ) Fabio Quagliarella
Interno destro quasi a baciare il palo più lontano, scoccato con perizia chirurgica dai venti metri: il suo modo di festeggiare una convocazione strameritata in nazionale.

7) Kimi Raikkonen
In “sella” all’Alfa Racing, nome e marchio che emozionano, una gara tutta sostanza e prestazione. La sua resterà la parabola sportiva di un grande pilota, sottovalutato sistematicamente lungo l’arco dell’intera carriera, nonostante il titolo mondiale vinto nel 2007, ultimo alloro ferrarista.

6) Claudio Ranieri
Il suo, con tutta l’amarezza del mondo, è stato già un parlare da dirigente, oltre che lo sfogo di un romanista che non ne può più di sentir parlare di alibi da chi li ha esauriti da tempo. È il momento di essere spietati, pur con tutto l’aplomb che sappiamo.

5) Atalanta e Torino
Braccino?

4) Monchi
Il ritorno a Siviglia è la chiusura più triste (da un certo momento in poi anche la più prevedibile) della sua parabola (perennemente discendente) dirigenziale a Roma. Chiederemmo alla solita pletora di ciambellani plaudenti un risarcimento per ogni aggettivo spropositato usato per celebrare il suo arrivo nella Capitale.

3) Patrik Schick
Ciò che si potrebbe essere potenzialmente non conta nulla a confronto con ciò che si mostra di essere alla riprova dei fatti. “L’arido vero” lo chiamava Giacomo Leopardi.

2) Gianluca Rocchi
A Ferrara, quasi gli riesce la titanica impresa di fornire, per gli atteggiamenti ostentati durante la direzione di gara, una prestazione peggiore di quella della Roma.

1) Settore ospiti viola a Cagliari
Uno dei punti più bassi nella sterminata casistica dell’inciviltà da stadio. Un’offesa, oltre che al dolore di una famiglia che di lì a poco avrebbe perso un proprio caro, alla memoria di Davide Astori, evocato poco prima come doppio ex. Profonda malinconia.

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