A PRIMA VISTACOPPE EUROPEETOP

ROMA-BASAKSEHIR. A PRIMA VISTA… di Paolo MARCACCI

Cinquant’anni quasi esatti di coppe europee, visto che tutto cominciò contro l’Ards il 17 settembre del 1969. Giochi di luce e spalti poco gremiti, quasi semivuoti, per l’inizio della seconda competizione stagionale che vede protagonista una Roma che indossa la livrea europea, forse la più bella di tutte per il punto di blu della maglia e i disegni del tessuto. 

Il Basaksehir non è la compagine abbordabile che ci si poteva aspettare, di conseguenza la serata, nei primi quarantacinque minuti, è caratterizzata da uno stagnante equilibrio e dalla soglia di attenzione reciproca che le due compagini devono riservarsi. Turchi abbastanza sicuri e tecnicamente validi nel palleggio, tatticamente guardinghi e avveduti.

Sempre pronto allo spunto Vîsća, omonimo di Dzeko e suo compagno di nazionale. Diawara comincia con qualche sbavatura, poi dà l’impressione di registrare distanze e lettura dell’azione avversaria. Non male Spinazzola, che cerca la spinta per ognuno dei non frequentissimi varchi che si presentano sul suo lato. Il vantaggio, che chiude un primo tempo sostanzialmente bloccato, lo si deve a un pallone sporcato da una coscia di Caiçara, tra l’altro uno dei migliori del Basaksehir. 

La ripresa sembra preannunciare un’altra partita, visto che i turchi debbono ora spingere concedendo metri e spazi. Prova a divorarne più che può Zaniolo, lungo l’out destro, favorendo il raddoppio di Dzeko dopo che quest’ultimo aveva già depositato il pallone in rete in posizione di fuorigioco, sempre su cross (che forse sarebbe entrato) dello stesso Zaniolo. 

Fuori Pastore, che forse si stava accendendo, visto che aveva regalato due ricami importanti, dentro Pellegrini. Murato subito un suo destro con i giri contati diretto all’angolino basso. 
Il terzo gol, meritatissimo e sottolineato dall’ovazione di gratitudine, lo mette a segno Zaniolo, con cambio di consegne per quanto riguarda la rifinitura: assist di Dzeko, che poi saluta cedendo la fascia a Fazio. Si vede anche Kakinic, nel finale, che cerca quella gloria che poi viene trovata da Kluivert con un tracciante di sinistro che arrotonda il risultato e rende il tabellino molto più roboante di quanto non abbia detto la partita nel primo tempo. Buona la prima, in sostanza, con le qualità e la superiorità del palleggio romanista emerse nitidamente. Stadio poco, per le presenze, ma buonissimo per l’incitamento e la sottolineatura delle giocate. 

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