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FIORENTINA-ROMA. A PRIMA VISTA… di Paolo MARCACCI

Firenze lo sai…perché se lo ricordano tutti lo scorso anno, anche senza ricorrere a rime e ritmi di Ivan Graziani. Eppure, dove c’è consapevolezza della propria identità, non c’è fardello di memorie recenti, per quanto dolorose, che possa pesare. Lo dice sin dall’inizio il possesso palla, non fine a se stesso sin dai primi minuti, lo dice il modo in cui il tempismo della mediana romanista frustra sul nascere qualsiasi embrionale iniziativa viola. 

Il doppio vantaggio romanista arriva come premio del fulgore tecnico, della caratura della manovra offensiva dove Edin Dzeko, stasera, è il demiurgo e il finalizzatore: lo zero a uno gira tutto attorno a un suo repentino appoggio all’indietro, all’altezza della lunetta; una piuma nell’interno destro di Pellegrini per il lancio che chiama Zaniolo alla rifinitura lungo la fascia destra: nitido il servizio a Dzeko che nel cuore dell’area deposita il vantaggio alle spalle di Dragowski.

Interno sinistro sul primo palo, con esecuzione plastica a cominciare dalla postura: lo zero a due è un fiocchetto di pandoro caldo e zuccherato, la cui scia lascia un po’ di polverina bianca sulle capoccette della barriera viola. 
L’uno a due della Viola? Quanto di più episodico ci possa essere, con un batti e ribatti da flipper che alla fine premia la conclusione di Badelj. 

Zaniolo, sempre un gomito troppo alto; sempre qualche sfumatura fastidiosa da limare a livello di cartellino; aggiungiamo che, reiterando certi atteggiamenti, si rischia di indurre gli arbitri a regolarsi sempre di più in maniera intransigente. Crescere passa anche dall’eliminazione di certe leggerezze. 

Nella ripresa qualche incursione viola farebbe pensare al fatto che gli uomini di Montella possano avere un sussulto agonistico: ci pensa un interno destro di Pellegrini, più bello di Charlize Theron quando passeggia nuda nel corridoio del noto spot, a ristabilire le proporzioni e, probabilmente, a spegnere del tutto ogni velleità gigliata. 

Per l’uno a quattro, il contropiede perfetto, condotto e finalizzato da una progressione principesca di Zaniolo da destra, con l’interno sinistro per un fremito di rete. 

Che Diawara, fratelli! 

Dopo cinque minuti di recupero, conditi da una traversa di Vlahovic su punizione, c’è spazio solo per pensare al panettone amaro di Montella. 

E infatti…ma quanto so’ belli ‘sti tre punti? Sembrano pure più di tre, ma lo capiremo più in là. E buon Natale…

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