RASSEGNA STAMPATOP

Friedkin pressa: «Tocca a Pallotta»

(IL TEMPO) «It’s up to him». Tocca a lui. Che sarebbe James Pallotta, fino a ieri ancora restio ad accettare l’offerta per vendere la maggioranza della Roma. È il messaggio della famiglia Friedkin, per spiegare perché non si è ancora sbloccata la trattativa, che difficilmente però salterà per qualche decina di milione di euro.

La differenza tra offerta e richiesta non è enorme. C’è, ma si può colmare. L’affare è in piedi e da qualche settimana procede in modo meno spedito, perché chi deve vendere non molla un centimetro sul prezzo e chi vuole comprare è irritato per l’attesa. Stando a quanto raccontano fonti vicine al dossier, «i Friedkin intendono avviare un piano industriale a lungo termine per la Roma. Non hanno impostato questo investimento secondo logiche finanziarie da hedge fund, puntando quindi a rivendere l’asset tra pochi anni. Credono nelle potenzialità del team e del brand giallorosso e sono interessati a immettere liquidità nel club per farlo crescere. Lo stadio viene dopo.

L’offerta presentata è completa e comprende una generosa valutazione della società, la copertura del debito e soprattutto l’iniezione di capitale di cui necessitano società e squadra per rafforzarsi. Quello che è in discussione è solo la parte spettante agli attuali azionisti, non quanto andrebbe alla Roma». Tradotto: non c’è accordo sulla cifra che Pallotta e i suoi soci dovrebbero incassare. Ma se l’attuale presidente non si è ancora deciso a cedere il timone della Roma, gli altri soci sono invece fermi sulla loro posizione: è arrivato il momento di vendere. E chi segue da vicino la situazione sul fronte Pallotta, è convinto che i vari Ruane, D’Amore, Edgerley e Starwood a breve lo convinceranno ad accettare l’offerta di Friedkin. Adesso il texano vede davanti a sé la strada libera. E vuole tagliare il traguardo in fretta, anche perché c’è bisogno di avviare le pratiche per l’aumento di capitale da 150 milioni già deliberato: potrebbero servire fino a tre mesi per completare le procedure. Prima si parte e meglio è. Per il bene della Roma.

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