A PRIMA VISTACOPPE EUROPEETOP

GENT-ROMA. A PRIMA VISTA… di Paolo MARCACCI

Romanisti brava Gent: ricominciamo da dove avevamo terminato contro il Lecce. 1300 tifosi in Belgio, in un periodo in cui si barricano in casa i politici e chi ha incarichi istituzionali si presenta in mascherina.

Presunzione di superiorità tecnica della Roma, ma al tempo stesso rispetto per il Gent; per il suo accresciuto pedigree internazionale, per il quale parla l’accredito ranking, per il ragguardevole rendimento interno.

Inizio autorevole, per gli uomini di Fonseca: non solo per il palo scheggiato da Kolarov, ma per una perentoria ricerca del presidio territoriale nella metà campo belga. Sì, ma quanto dura? Domanda un poco provocatoria, fatto sta che già al quarto minuto si va in affanno su una transizione offensiva degli uomini di Thorup, laddove Mancini si fa sorprendere e aggirare da David lungo l’out sinistro.

Passano i minuti e aumenta i giri il Gent; la Roma gli lascia spazio e metri; diventa vivace e al tempo stesso confusionaria la partita. Roma ritratta, come se stesse accusando il colpo della veemente ma imprecisa pressione dei belgi.

Minuto 25: David fra le maglie, larghissime, di Mancini (sbagliatissima la sua lettura) e Spinazzola, il diagonale non lascia scampo a Pau Lopez. La qualificazione torna in ballo del tutto. La Roma si è fatta male da sola.

Indecoroso, in varie zone, il terreno di gioco; forse anche così si spiega la prestazione anonima di Carles Perez.

Però gli errori difensivi germogliano ovunque e anche nell’area opposta non perdonano: un tracciante di Mancini accende Mkhitaryan, l’armeno va in percussione e innesca Kluivert che aggredisce lo spazio nel cuore dell’area e batte Kaminski rasoterra.

Continuano, nel frattempo, le sviste di Mancini, una delle quali costa il cartellino a Veretout che, all’altezza della linea mediana, si immola per andare a interrompere fallosamente la corsa di Mohammadi.

Il secondo tempo, a campi invertiti, guarda caso ricomincia da qualche segno di vita di Carles Perez, che ora calpesta la fascia più decente del terreno di gioco.

Indisponente Spinazzola, come documentato anche da un siparietto nel sottopassaggio, nel coprire malvolentieri la corsia di destra. Anche per questo, dopo due terzi di gara Fonseca mette Santon.

Qualificazione che comincia a profilarsi, ovviamente, all’orizzonte, col passare dei minuti. Però, a livello di prestazione complessiva ed eccessiva sofferenza, se ci passate l’espressione vernacolare, è un traguardo, quello del raggiungimento degli ottavi, che arriva “co’ ‘na scarpa e ‘na ciavatta”, se andiamo a considerare anche il contenuto della gara di andata.

Il Gent per fortuna, David a parte, davanti è complessivamente scarso, però gli sono stare concesse troppe palle per arrivare al tiro. Contro un attacco di qualità superiore, di cosa staremmo parlando?

Villar per Perez, nel finale.

Prendiamoci la qualificazione, qualche lampo di Mkhitaryan e il gol comunque pesante di Kluivert. Tutto il resto, ciò che oggi non abbiamo visto, speriamo di ritrovarlo a Cagliari.

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