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TOTTI “Quando mi hanno detto che erano rimaste le ultime 2 partite, mi è crollato il mondo addosso”

L’ex capitano giallorosso Francesco Totti, molto attivo sui social in questi giorni, ha parlato oggi con Damiano “Er Faina”, noto tifoso della Lazio. Queste le sue risposte:

Roma- Parma?
Quella giornata è iniziata di sabato. È difficile da spiegare. Per un tifoso come me, dopo 20 anni che aspettavamo quel giorno c’era paura. Non ho dormito tutta la notte.

Il Real Madrid e il Milan?
Il mio sogno è sempre stato quello di restare a Roma. Il Milan iniziò a corteggiarmi prima che io esordissi con la Roma. Venne Braida a casa e mi voleva al Milan a tutti i costi. Nel 2004/05 Florentino Perez voleva che andassi a tutti i costi al Real Madrid. È mancato un capello, era quasi tutto fatto. Volevo che i Sensi comprassero i campioni, c’è stato un po’ di contrasto. Guai a chi me lo tocca però Franco Sensi.

Derby più bello?
Quelli in cui ho segnato. Quando ho segnato non ho mai perso. Il più bello è il 5-1.

Derby più brutto?
Quello del 26 maggio. Uno dei derby più brutti che abbiamo giocato. C’era la paura di giocare, una tensione in campo e fuori. Abbiamo fatto una partita di merda ed è successo quello che è successo. Sarebbe bello giocarne un altro simile.

Giocatore più forte della Lazio contro cui hai giocato?
Nesta. Per me lui è il simbolo della Lazio. Per me Sandro è uno dei difensori più forti del mondo.

Se la Lazio chiamasse tuo figlio che faresti?
Ci penserei. Conoscendo Cristian neanche mi fa mettere a sedere.

Come hai visto De Rossi che è andato al derby travestito? Tu ci hai pensato?
No perché io nell’ultima conferenza ho detto che non ci sarei andato travestito, ma un giorno ci sarei andato normalmente.

Mi racconti il calcio a Balotelli
E’ stato un accumulo di rottura di palle. Io sono permaloso e a un momento sono sbottato. In un certo momento è successo, nel campo da gioco a volte è difficile gestire la testa. E’ stato un accumulo di molte cose e partite giocate ij passato. Poi il mister non mi aveva fatto giocare in campionato. Quando sono entrato non ci ho visto più e sbagliando ho fatto un gesto che non avrei voluto fare. Però mi dispiace e gli ho chiesto scusa.

Com’era la tua vita da calciatore a Roma?
Prima e anche ora invivibile. Prima era impossibile, diciamo cosi. Io ho un rapporto con le persone extracalcistico, è come se fossimo tutti di casa. Io pensavo che smettendo si sarebbe attenuato tutto e invece è il contrario. Anche quando vado all’estero mi vedono come un’icona, anche i tifosi delle altre squadre. Prima mi rompevano le palle perché ero un avversario, ora sono quasi il beniamino di tutti. Però mi gratificano a dire la verità. A Napoli, a Bergamo, prima mi massacravano e ora è come se fossi uno di loro.

C’è un nuovo Totti oltre a tuo figlio?
Cristian non è il nuovo Totti. Mi piace comunque vederlo, scrutarlo. Nel calcio giocato ora come ora non ne vedo nessuno. Ora con questo nuovo lavoro da scouting sto osservando dei talenti che possano riuscire a fare quello che ho fatto io. L’occhio mi è rimasto e riesco a vedere bene se sono bravi o no.

Ma Pallotta come te l’ha detto che non t‘avrebbe rinnovato il contratto?
Non me lo ha detto, me lo ha fatto arrivare diciamo. Mi dispiaceva perché quello che ho fatto io per la Roma è stato tanto e avrei voluto avere più rispetto, anche perché ho sempre rispettato tutti. Però mi è arrivata questa chiamata e per me erano rimaste le ultime due partite, mi è crollato il mondo addosso. Anche se stavo agli sgoccioli e lo sentivo, pensavo di meritare più rispetto.

Quanto pesava il pallone contro l’Australia al Mondiale 2006?
Tantissimo, il portiere era enorme e la porta piccolissima. Sembrava la porta di subbuteo. Quando mi sono avvicinato alla palla si sono allontanati tutti, chi si girava o allacciava gli scarpini. C’era una prateria.

Le radio romane hanno influenzato il tuo pensiero?
Prima quando ero giovane le sentivo e mi divertivo, sopratutto quando le cose andavano bene. Mi divertivo a sentire le tantissime chiacchiere e passavo quella mezz’oretta. Poi però tanta gente la verità reale di quello che sta a Trigoria non la sa e quindi mi divertivo a sentire i film che si creavano.

Il rapporto con Cassano…
Per me è stato come un fratello, è stato il mio partner ideale. Giocavamo a occhi chiusi ma per la capoccia che aveva ha sfruttato solo il 30% del suo talento. Ora però si è stabilizzato. Antonio se lo conosci è come lo vedi, un matto totale capace di darti un braccio. Quando è andato via mi è dispiaciuto perché era l’unico che tecnicamente riusciva a fare le cose che facevo io.

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