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ROMA-FIORENTINA. A PRIMA VISTA… di Paolo MARCACCI

Quanto è bella la nuova maglia! Questo il commento spontaneo, quasi obbligatorio, nel vederla dal vivo; per i romanisti di una certa generazione, poi, diciamo i nati nei primi anni settanta, non può non ricordare le figurine giallorosse di in epoca in cui veniva intrapreso un cammino glorioso.

Partita da portare a casa, senza se e senza ma, per poi impostare i due impegni contro le torinesi con un “tesoretto” di quattro punti che possa consentire di veleggiare fino alla fine portando a termine la missione quinto posto.

La maggior parte del primo tempo se ne va lasciando l’impressione che potrebbe durare pure una settimana e il risultato non muterebbe; non è tanto una questione di ritmi, quanto di compattezza delle linee.
Negli ultimi dieci minuti della prima frazione di gioco, la Roma trova spazi per accelerare e buttare palloni in mezzo, oltre a qualche conclusione; è così che arriva il rigore su Bruno Peres, trasformato da un serafico Veretout. Fiorentina però ancora non del tutto in vacanza, tra un palo scheggiato e una conclusione di Kouame che colpisce un compagno.

Iachini si ripresenta con Vlahovic e Cutrone in luogo di Ribery e Kouame. Segno che vuol continuare a giocarsela.

Fa quasi tutto Milenkovic, all’inizio della ripresa: il gol di testa (distratto Diawara, rivedibile Pau Lopez) con uno stacco impressionante; l’impatto fortuito con le clavicola sul viso di Pellegrini, sostituito da Zaniolo.

Però i minuti passano e, onore al merito, la Fiorentina non evidenzia per nulla quel piglio “vacanziero” che molte squadre senza obiettivi mettono in mostra nella parte finale di tante partite.

Alla Roma per portarla a casa serve l’episodio: Mkhitaryan lo aveva quasi trovato, con una finta delle sue e un tracciante rasoterra che ha baciato il palo interno. Ancora più interno quello colpito poi da Kolarov, con un’azione sugli sviluppi della quale Terracciano abbatte Dzeko: rigore. Cambia angolo Veretout, non cambia l’esito. Due a uno: molto, molto pesante per un finale di campionato da gestire ora con un cuscinetto di quattro punti che dovrebbe garantire relativa serenità.

I giallorossi, dominanti nel possesso palla, hanno portato a casa una gara non facile, contro un’avversaria che ha disputato fino alla fine una partita vera, grazie a due rigori francamente differenti, per così dire.

Bisogna essere onesti, fino in fondo: il secondo rigore quando te lo danno contro ti fa arrabbiare parecchio, almeno a prima vista. Detto questo, la Roma la vittoria l’ha meritata per mole di gioco e occasioni prodotte in maniera crescente. Ora bisogna andare a Torino e restarci con la testa, per poi volare in Germania.

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