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ROMA-PARMA. A PRIMA VISTA… di Paolo MARCACCI

Ennesima, ma stavolta quasi definitiva, prova d’appello per Paulo Fonseca. Contro un “cliente” ferito da una serie più negativa ancora di quella romanista, ma del quale si conoscono a priori efficacia, rapidità e brillantezza. 

Che dicono stavolta le scelte del tecnico, rispetto a quanto affermato in conferenza? Beh, che il ritorno di Bruno Peres e Diawara nessuno se li aspettava, stasera. Confermato, invece, Cristante basso in costruzione sulla linea dei difensori, in mezzo a Mancini e Ibanez. Vale la pena tornare un attimo alle scelte preliminari di Fonseca, ossia alle scelte inerenti le convocazioni: l’assenza di Kluivert ci dice che, ed era giunta l’ora da un pezzo, la formazione in parte la fanno anche gli atteggiamenti. Piccolo avviso ai naviganti. 

Partita alla quale fare attenzione, per due motivi almeno: D’Aversa si è rivelato bravo nel leggere le difficoltà degli avversari, al di là del dato contingente delle sconfitte post – COVID; poi, il tridente parmense, con la conferma di Gervinho accanto a Cornelius e Kulusevsky, è forse uno dei più efficaci nel l’aggressione degli spazi, soprattutto in presenza delle altrui titubanze in fase di gestione della palla. 

È così che arriva il rigore che caratterizza, almeno per il tabellino, tutto il primo tempo. La Roma reagisce, a onor del vero, ma affidandosi a una circolazione di palla che consente al Parma di risistemarsi ogni volta. Ci vuole la giocata singola, come quella che porta al pareggio di Mkhitaryan, quasi allo scadere del tempo. 

Quanta Roma e quanto Parma nella ripresa? Ducali più conservativi, anche per il cambio Kurtic – Cornelius, ma anche più in confusione. Dopo Mkhitaryan, si mette in proprio anche Veretout, per quanto riguarda la conclusione dalla media distanza: secco e preciso il suo destro per il due a uno. 

Nel frattempo, arriva il momento di Kolarov per Bruno Peres, che stasera ha maturato una sufficienza abbondante. 

Per il finale Fonseca sceglie la via del ricamo, se non proprio della seta, quando inserisce Villar e Carles Perez in luogo di Pellegrini e Diawara. Il Parma implode sulle sue insicurezze; i giallorossi meriterebbero un vantaggio più rotondo, se Sepe non ci mettesse entrambi i guanti, su una botta ravvicinata di Villar. 

Dopo sei minuti di cospicuo recupero concesso da Michael Fabbri, i giallorossi portano a casa una partita che hanno meritato, se non altro per la convinzione con cui hanno ribaltato il risultato. 

Per quanto riguarda il gioco, c’è ancora da pazientare. Diciamo che lo spartito migliore stasera è stato quello dell’omaggio a Ennio Morricone, quando le squadre sono entrare in campo. Aggiungiamo il nostro piccolo omaggio per l’immenso Maestro. 

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