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EDITORIALE. La prima pietra

La nuova Roma, con la nomina del Cda e il pareggio casalingo contro la Juve, muove i primi passi fuori e dentro il campo. Una partenza, almeno nel rettangolo verde, avvenuta con una settimana di ritardo per colpa della sconfitta a tavolino rimediata a Verona, uno dei punti più bassi della storia giallorossa. Tre punti che costituiscono una ulteriore tassa alla disastrosa gestione degli ultimi anni ma, allo stesso tempo, segnano la perdita dell’innocenza da parte della nuova proprietà in quanto la seconda Roma americana difficilmente godrà della lunga luna di miele che ha accompagnato lo sbarco di Pallotta e soci. Una realtà che Dan e Ryan Friedkin sembrano aver percepito in fretta visto come stanno muovendo i loro primi passi nella Capitale. Un modo di agire che apprezziamo, fatto di pochi tuffi e tante bracciate, al pari di quello di Paulo Fonseca il quale, a poco più di un anno dal suo arrivo, continua a navigare a vista senza mai uscire dalle righe, neanche dopo aver dovuto salvare la panchina alla seconda di campionato. Più o meno capaci (i proprietari), più o meno vincente (il tecnico) sarà la storia a dirlo. Di certo persone che ad oggi si sono comportate in maniera seria e rispettosa di Roma e della sua gente. La prima pietra, non sufficiente ma assolutamente indispensabile.

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