ROMA-CSKA SOFIA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego ANGELINO – Mi domando e chiedo: anche quello di ieri è un punto che “fa morale”? Perché, se avessi vinto, saresti primo da solo, con un piede nei sedicesimi.

Fonseca ripropone l’ampio turnover di Berna e ritrova Smalling dal 1’: seppur contro un avversario non trascendentale, i 55’ dell’inglese dimostrano ancora una volta quanto conti in questa squadra. Peccato per il goal annullato.

Gioca Pau Lopez: para i tiri centrali, che vorrei vedere non prendesse; Fazio ha licenza di proporsi: peccato la notte col Barça sia lontana anni luce.

Spinazzola si spinge in avanti alla grande e corre, corre, corre… Poi, però, non azzecca praticamente mai un cross. Bruno Peres e (poi) Karsdorp: passiamo oltre, è meglio.

Arriviamo a Borja Mayoral: moscio, onestamente. È giovane, appena arrivato e non viene certo messo nelle condizioni migliori per rendere: però…

Manca anche Carles Perez, opaco a differenza di un vivace Mkhitaryan, che trova pure una traversa dopo gran palla di Villar. L’armeno esce all’intervallo: fosse mai che, con lui e Pedro insieme, trovi goal nei primi 15’ della ripresa, potendo poi risparmiare l’ex Arsenal con più serenità…

Adani mi fa felice, a proposito di Villar, dicendo in cronaca una cosa che – nel mio piccolissimo – scrissi mesi fa: il ragazzo pensa a far viaggiare il pallone verso la porta avversaria. Tolto il sostanziale adattamento di Pellegrini, lo spagnolo è l’unico centrocampista della Roma con caratteristiche da regista.

Sei 0-0 e allora si ripete quanto visto una settimana fa: entrano via via i titolari. Solo che la fortuna non sempre può aiutarti: vuoi perché Busatto respinge bene sul destro di Pellegrini; vuoi perché Dzeko sbaglia un goal fatto.

Finisce a reti bianche in un girone dove ci sarà ancora da lottare: sicuri che utilizzare le seconde linee sia davvero la scelta che fa risparmiare più energie?