STORIE GIALLOROSSE di Franco BOVAIOTOP

STORIE GIALLOROSSE… Il giallo-rossoblu

di Franco BOVAIO – Da illustre semi-sconosciuto della Roma a bandiera e capitano tra i più amati del Genoa. Nella settimana in cui le due squadre si affrontano a Marassi è Gianluca Signorini il protagonista della nostra rubrica. E sia maledetta quella SLA che ce lo ha portato via troppo presto, nel novembre del 2002, a soli 42 anni. Perché prima di essere un ottimo difensore era una brava persona. E a Roma, in molti, abbiamo ancora il rammarico di non aver potuto ammirare il forte centrale che poi abbiamo visto giocare in maglia rossoblu. Perché nella sua unica stagione nella Roma (1987-88) Signorini non è riuscito a dare tutto il meglio di se, come ha fatto poi nei suoi anni sotto la Lanterna.

A volerlo nella Capitale era stato quel Nils Liedholm che di giocatori bravi se ne intendeva eccome, tanto che, nel presentarlo a tifosi e stampa giallorossa, lo aveva addirittura definito “il nuovo Baresi”. L’iperbole era evidente e forse ha finito col rovinare il povero Gianluca, intorno al quale si erano create aspettative troppo elevate, visto che Baresi non era. Ma non era neanche un brocco.

Così del Signorini giallorosso ci è rimasta l’impressione che abbia sofferto troppo il salto dalla piccola e quieta Parma all’appassionata e nevrotica Roma. Dove è stato titolare al centro di una difesa lenta per natura, in cui come compagno aveva quel Collovati che poi, proprio ancora insieme a lui, avrebbe vissuto una seconda giovinezza in quel Genoa di Bagnoli che tanto bene ha fatto ad entrambi. Con la Roma Signorini ha comunque disputato un campionato più che dignitoso e per un certo periodo la squadra ha addirittura lottato per lo scudetto con il Milan di Gullit e il Napoli di Maradona. E quel terzo posto con cui ha chiuso quel torneo è arrivato anche per merito di quella coppia di difensori centrali, Collovati-Signorini, che ha retto abbastanza bene l’urto dei tanti fenomeni che giocavano nella nostra Serie A, anche se per caratteristiche fisiche, soffriva moltissimo gli attaccanti rapidi e veloci.

In quel campionato 1987-88 Signorini ha giocato sempre: 29 partite su 30. Segno che Liedholm credeva davvero molto in lui. E non si sbagliava. E forse non è un caso che l’unica gara che ha saltato, quella di Firenze, sia poi stata persa dalla Roma per 1-0. Ma nel settembre 1988, nonostante il rendimento discreto e continuo che aveva avuto nella stagione precedente, è stato ceduto al Genoa, con cui poi è entrato nella leggenda del nostro calcio.

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