CAMPIONATOSTORIA DI IERI di Diego AngelinoTOP

BENEVENTO-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego ANGELINO – Si ferma la Roma: un pareggio che, comunque la si guardi, resta negativo.

Se è vero che non è pensabile di battere tutte le squadre dal nono posto in giù sia all’andata che al ritorno, è altrettanto vero che si poteva fare di più per prendere i tre punti. Nonostante le assenze forzate.

Perché la prima – e sostanzialmente unica – parata, Montipò la fa dopo 34’ su Pellegrini, criticato spesso a priori ma unico ieri a tirare, mandare in porta compagni (Mkhitaryan), sfiorare il goal nel finale, propiziare un rigore servendo di tacco El Shaarawy.

A parte questo,la Roma soffre il “muro” campano da subito: la sorpresa di Spinazzola centrale dei tre contro il solo Lapadula, univa le perplessità dei romanisti a quelle del vicecampione del mondo Minotti, che analizzava la questione, stupefatto, in cronaca.

“Dov’è Dzeko?”, ci si chiedeva. Perché Borja Mayoral a difesa schierata, come contro la Juventus, fa fatica… Il bosniaco è al caldo, in panchina, anche al rientro in campo delle squadre, quando ci si domandava pure “perché non togliere Bruno Peres per liberare Spinazzola sulla fascia?”.

Ma col divisivo Fonseca funziona così; i tempi delle sostituzioni, palesemente necessarie, sono dilatati: ci si ritrova perciò, per quasi 15’, con Bruno Peres a fare l’ala sinistra e Pedro ed El Shaarawy a guardarsi la partita. Tra l’altro con l’avversario già ridotto in interiorità numerica, contro il quale si doveva provare, all’estremo, ad allargare il gioco per aprirne le maglie e trovare il pertugio vincente.

Lo stesso allenatore portoghese ammette che la Roma non fosse stanca: reduce sì dalla coppa giovedì, ma da un secondo tempo in rilassante superiorità numerica. Lo dimostra il fatto che nessuno abbia accusato crampi o avuto necessità di sostituzione anticipata.

Unica vera eccezione il ventiseienne Karsdorp, che spesso al 70’ ha bisogno di rifiatare, obbligandoci a vedere Bruno Peres in campo ben più del dovuto. Ho letto di trattative per il rinnovo dell’olandese, che va a scadenza nel 2022: le priorità, onestamente, mi sembrano ben altre.

Il Benevento si difende, come tradizione delle squadre di provincia che devono fare punti. L’anomalia è una Serie A a 20 squadre che permette a troppecompagini di giocare rilassate “dal basso”, come va di moda ora, concedendo agli avversari, spesso, praterie una volta inimmaginabili.

Non ce ne vogliano i giocatori del Benevento, ma la serie di svenimenti che li hanno coinvolti nel corso della partita non li vedevamo da quando il loro allenatore tracollava nelle aree avversarie,guadagnandosi rigori discutibili. Un Filippo Inzaghi che, per atteggiamenti, tenta di rubare la palma del meno sportivo al fratello Simone.

C’è la coppa giovedì, per una serata che non deve ammettere storie. Poi il Milan ferito, con i diffidati “salvati”, viste anche le assenze di ieri sera: è, semplicemente, il momento decisivo della stagione.

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