TANTI AUGURI A...

AUGURI A… Bebe VIO

Oggi Beatrice Maria Adelaide Marzia Vio, nota anche con lo pseudonimo di Bebe Vio, compie 27 anni!

Nata a Venezia ma con il cuore giallorosso, abbiamo avuto la fortuna di intervistarla qualche anno fa grazie all’amico Alberto Mandolesi. “Una forza della natura”, cosi la descrivono tutti quelli che la conoscono: la perfetta risultante tra un cervello che viaggia alla velocità della luce e lo slancio di una ragazza che, malgrado cosi giovane, ha accumulato tante di quelle esperienze quante di norma non se sommano in una vita intera, e guarda il futuro con l’animo di chi sa di avere ancora tanto avanti a sé, con la saggezza di chi non si lascia influenzare neppure da quel mare di popolarità che l’ha investita dopo la strepitosa vittoria alle ultime Olimpiadi.

Queste alcune risposte sul suo amore per i colori giallorossi… Ancora tanti auguri Bebe!!!


È vero che la passione per la Roma scaturisce da tua madre?
«L’amore per la Roma viene da mamma che è nata a Roma, da mio zio, romano come sua sorella, e dai miei due cugini romani e romanisti. Tutto nacque da mio padre, tifoso interista, che anni fa cercò di regalare per Natale la divisa dell’Inter a mio fratello. Fu lì che mamma si oppose fieramente, sostenendo che ciascuno debba fare le proprie scelte in modo autonomo e non condizionato, ma a questo punto entrò in gioco lo zio romano, fratello di mamma, che regalò a mio fratello il completino della Roma. E così, prima mio fratello, poi io e mia sorella Maria Sole, decidemmo… in piena autonomia, di diventare tifosi della Roma. Puoi facilmente immaginare che a casa nostra, il vero derby è Inter-Roma».

Raccontami un episodio curioso che ti è capitato in relazione alla Roma.
«Un paio d’anni fa venni invitata da Giovanni Malagò ad assistere proprio a Roma-Inter. Certamente sarai a conoscenza di quanto lui sia tifoso sfegatato della Roma, e sull’argomento bisognerebbe fare un numero speciale che parli del suo incredibile attaccamento alla squadra. Quella sera all’Olimpico c’erano Lorella Cuccarini, Fiorello, Paolo Bonolis, Claudio Amendola e tanti altri. La Roma andò in vantaggio due volte, e per due volte fu raggiunta dall’Inter, ma nel finale Pjanić mise a segno una doppietta che fece la differenza (30 novembre 2014, Roma-Inter 4-2 n.d.r.). Al gol decisivo saltai esultando, e corsi ad abbracciare Fiorello che rimase immobile, di ghiaccio. Allora gli dissi: “Ma come, non sei contento?”, e lui rispose: “Guarda che io sono tifoso dell’Inter”. Quella fu una gaffe molto divertente. Non sapevo fosse interista, e immagino non sia proprio il massimo trovare qualcuno che ti venga ad abbracciare esultando quando stai perdendo».

Hai mai conosciuto da vicino qualche giocatore della Roma?
«Qualche tempo fa, sono stata ospite a Trigoria per far visita a tutta la squadra. Pjanić e Nainggolan sono venuti a salutarmi, e mi sono piaciuti tantissimo. Sono stata gradevolmente stupita dal fatto che mi avessero riconosciuta e che hanno chiesto di scattare una foto assieme. Mi sembrava davvero impossibile. A Roma mi hanno fatto veramente sentire a casa, sarà una prerogativa di tutti i romani, però io da veneta non sono abituata a questi comportamenti. È stato bello, mi sono divertita un sacco».

Ti ha mai causato qualche difficoltà il fatto di aver dichiarato apertamente la tua passione romanista?
«Per prima cosa direi che sono una che tende a farsi rispettare. Io sono ‘scialla’, ho le mie idee, faccio la mia vita e vado avanti per la mia strada. Certamente non mi lascio influenzare dagli altri. L’unica particolarità sta nel fatto che a scuola sono sempre stata l’unica ragazza ad avere l’astuccio e il diario della Roma. Posso ben dire di aver superato la maturità col sostegno di Totti perché avevo quell’astuccio con cui ho sostenuto tutti gli esami».


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