STORIE GIALLOROSSE di Franco BOVAIOTOP

STORIE GIALLOROSSE… Il trenino dell’Amazzonia

Di Franco BOVAIO – Vi ricordate quei bei trenini di quando eravamo bambini con i quali trascorrevamo pomeriggi interi? Che belli che erano, con i loro vagoni colorati, le locomotrici, i paesaggi e le gallerie che arricchivano i plastici di quelli di noi che erano più fortunati e quelle rotaie sulle quali correvano per tutto il tempo che desideravi.

Ecco, nella Roma, dal 2001 al 2004, ha giocato un brasiliano che ce li ricordava non solo perché in campo andava proprio come loro, ma anche perché si chiamava esattamente come loro: Lima. Ammazza quanto correva Lima! Tante volte anche più del pallone. E per questo, oltre che, ovviamente, per il cognome, in molti tra i tifosi cominciarono a chiamarlo “il trenino”. Anche perché di “pendolino” (che è un treno che va più veloce degli altri) ce ne era già un altro, il suo connazionale Cafu. E già. Pensate, Lima ha giocato con la Roma che, fino ad oggi, è stata quella che ha indossato per l’ultima volta una maglia con lo scudetto. Perché è arrivato proprio nell’estate del 2001, quella in cui eravamo ancora tutti in strada a festeggiare quella vittoria.

In tre stagioni ha giocato 131 partite ufficiali senza alcun gol, ma il segno lo ha comunque lasciato. Addirittura nel derby. Perché una volta, quasi allo scadere di uno dei tanti che la Roma vinse in quegli anni, si involò sulla fascia sotto la Tevere per poi far partire un gran cross che Totti, di testa, trasformò nella rete del definitivo 2-0.

Francisco Govinho Lima oggi vive in provincia di Lecce, terra alla quale è rimasto legatissimo, anche perché la sua prima squadra italiana (nel 1999) fu proprio quella salentina. E della sua Manaus, dove è nato nel 1971 e che è la capitale dello stato brasiliano di Amazonas, nonché il principale centro urbano della regione del Nord-Est del Brasile, gli è rimasto solo il ricordo. Che qualche volta potrebbe rinfocolare leggendo i fumetti di “Mister No”. Il disilluso antieroe americano, pilota di aerei da caccia durante la seconda guerra mondiale, inventato dalla Bonelli sul finire degli anni ‘70, che alla fine del conflitto si era rifugiato proprio in Amazzonia per scappare dal mondo e ritrovare, così, la serenità perduta.

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