COPPE EUROPEESTORIA DI IERI di Diego AngelinoTOP

ROMA-MANCHESTER. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego ANGELINO – Chiedevamo una prova di dignità. Almeno in questo siamo stati accontentati. 

Non concordo però con la narrazione che vuole la Roma eliminata per il solo secondo tempo dell’andata.

Vero che ieri c’è stata addirittura più di una possibilità di andare sul 3-1 ma, allo stesso tempo, è innegabile che avremmo trovato un Manchester diverso con un parziale di partenza meno netto.

Una squadra che, questo sì, ha dimostrato di essere forte ma tutt’altro che imbattibile.

Nella prima partita post addio ufficiale di Fonseca, riscopriamo che la Roma dietro può giocare a 4 e che Cristante può fare il centrocampista. 

In quel ruolo l’ex giocatore dell’Atalanta, esageriamo, ha una media-goal tipo Montella dei bei tempi. Peccato aver passato la stagione a fargli fare brutte figure da libero.

Tanto per cambiare si fa male Smalling:

a livello di infortuni da tempo abbiamo superato il grottesco.

Fonseca lancia la bella storia di Darboe preferendolo a Kumbulla: sarà interessante vedere il pensiero di Mourinho sul giovane centrocampista. 

Mi piacerebbe vedere in molti, se non oggi assolutamente da agosto, l’orgoglio, la rabbia, la non sopportazione della sconfitta espresse da Gianluca Mancini, che interpreta il calcio nel modo che preferisco.

Per il resto, il match di ieri ci dice molte cose che già sappiamo: mancano i portieri; Ibanez necessita di un’importante educazione tattica; Pedro, anche in una delle poche serate positive, finisce la partita con la gamba fasciata.

Bruno Peres viene lasciato in campo infortunato e puntualmente, con Mkhitaryan a marcarlo, Cavani trova il 2-2. La scarsa cura dei dettagli è stato uno dei principali vulnus di Fonseca in questi due anni.

C’è tempo per il goal-vittoria del giovane Zalewski, mentre Pellegrini giocava l’ennesima buona partita e Dzeko aveva messo a segno la quarta rete nelle quattro gare di semifinale europee giocate dalla Roma negli ultimi trent’anni. 

Ancora due settimane di campionato prima di iniziare finalmente una nuova storia: ma il anche futuro – europeo o meno – non può non passare da queste quattro partite. 

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