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Pelé e i suoi 83 anni: un mito del calcio che mai potrà essere scalfito

(SPORTMEDIASET.IT) E’ difficile rendere omaggio alle persone straordinarie perché non si sa nemmeno da dove cominciare. La frase è dello scrittore svizzero Joel Dicker, ma si addice perfettamente a uno come Pelé. Si comincia dai gol segnati? Si comincia dai titoli vinti? Si comincia dalle leggende che gli girano intorno? Cominciamo dal dato di fatto: ha 81 anni. Li dimostra un po’, ma nemmeno tanto. Li esibisce come medaglie, se mai.

Pelé è il calcio. Affermazione secca e difficilmente controvertibile. Sapeva fare tutto. Usava i piedi come Benvenuto Cellini usava lo scalpello, come Jimi Hendrix usava la chitarra, come Aladino usava la lampada. Destro e sinistro, senza apparenti differenze. Punizioni e rigori, con immensa disinvoltura, senza alcuna emozione. Gol in quantità industriale, assist come se piovesse. Spettacolo, sempre. E poi il colpo di testa, una specialità che normalmente un soggetto di 173 centimetri considera tabù assoluto e che invece in questo caso si è trasformata in leggenda. Chiunque ha ben presente nella memoria visiva lo stacco con cui andò a prendere il pallone nella finale del Mondiale 1970 contro l’Italia. Impressionante per portata e durata, come un colibrì o un elicottero. Fermo lassù come se fosse sopra uno sgabello, ma lo sgabello non c’era. Recentemente in un programma di SporTv il giornalista Sergio Serra Filho ha paragonato le caratteristiche di Pelè con quelle dei più grandi giocatori della storia, arrivando alla conclusione che O Rei è la sintesi di tutti i grandi geni della storia.

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