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MOURINHO “Mi piace il risultato non la partita”

Il tecnico giallorosso José Mourinho ha parlato al termine del match vinto con lo Spezia. Queste le sue parole ai microfoni di Sky Sport:

Mi sono piaciuti i due gol, perché li abbiamo provati ieri per 25 minuti. Mi piace il risultato non la partita, l’abbiamo avuta sotto controllo e dalla metà del primo tempo abbiamo regalato il gioco e perso tante palle facili. Non abbiamo creato spazi e non era difficile giocare contro di loro in quel momento. Non mi è piaciuta, mi è piaciuto lo sforzo di qualche giocatore come Ibanez rimasto in campo in difficoltà, ma non abbiamo controllato la partita, neppure sul 2-0. Con Smalling fuori poi tutto cambia, con Cristante centrale che neanche ama il ruolo. I due terzini erano stanchi, la squadra ha lasciato l’avversario a giocare fino alla fine.

Sabato servirà la qualità. Come stanno Smalling e Ibanez?
Vediamo, Ibanez ha giocato 90 minuti, Smalling no. Sono due giocatori diversi, Smalling per uscire ha sentito qualcosa. Ibanez gioca sempre, spero sia più stanchezza. L’Atalanta gioca con un’intensità alta ed ha una rosa importante. Zaniolo non lo so, ha avuto un affaticamento. Sarà dura.

Le squadre importanti crescono nel girone di ritorno, a che punto è la crescita?
In una stagione senza infortuni, cartellini e stanchezza avremmo il potenziale per essere una bella squadra, che può crescere, non per giocare per il titolo ma per qualcosa di importante. Abbiamo tanti cartellini, sembriamo una squadra di assassini. C’è stanchezza accumulata e i giocatori quando è così perdono potenziale. Speriamo nel mercato, non di gennaio che sarà una cosa piccola. Abbiamo bisogno dei nostri giocatori più creativi. Io sono critico perché voglio di più e stare in panchina tranquillo. Mancini, Pellegrini, Zaniolo, El Shaarawy: sono troppi giocatori fuori e per una rosa come la nostra è dura. Un bravo a Thiago Motta, ha bisogno di tutta la sua forza per raggiungere i suoi obiettivi

Cosa ha detto a Thiago Motta? Cosa può dirgli?
Nulla, non mi sento un maestro, nemmeno di chi 15 anni fa è stato un mio giocatore. Ho esperienza in panchina, ma a gente tipo Thiago, Dejan o Shevchenko dico sempre di non paragonare la loro carriera con quella dei calciatori che allenano. Questo è un percorso duro, ho chiesto a Thiago ‘ti piace?’. Lui mi ha detto si, e allora deve andare avanti con la sua forza