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ROMA-JUVENTUS. A PRIMA VISTA di Paolo MARCACCI

La scelta della formazione evidenzia il fatto che Mourinho spera in una Roma…Felix. Con arrivi freschissimi, come Maitland Niles, e bocciature al momento evidenti, vedi Kumbulla e Shomurodov, il primo più del secondo. 
A proposito di Covid: tifosi della Roma disposti a scacchiera, settore ospiti juventino con palese assembramento. Le mitiche vie di mezzo del calcio italiano. 

Due squadre diversamente in emergenza: la Roma per la formazione; la Juventus perché Allegri la guarda dall’alto, non molto distante da Francesco Totti, di nuovo all’Olimpico. 
Primo tempo tutto sommato divertente e dal ritmo vivace; la Roma non cade nel tranello dell’attesa ordita da Allegri e si mostra al tempo stesso propositiva ed equilibrata. Meritato il vantaggio, con il decollo di Abraham sul corner di Veretout dai giri contati; altrettanto il pareggio, con il consueto interno sinistro chirurgico di Dybala, però è troppo libero Chiesa a sinistra nel confezionare l’assist. Poco dopo, l’attaccante bianconero esce per un problema al ginocchio. Meglio la prima parte delle frazione, più stagnante la seconda. Maitland Niles via via più sciolto e in confidenza con la fascia, dopo un inizio comprensibilmente titubante. 

Manca un rigore alla Roma, per la mano di Deligt? Probabilmente sì, stavolta, perché nonostante la palla tocchi prima lo scarpino, il braccio è apertissimo. Non per polemizzare ma per puntualizzare. 

L’avvio delle ripresa ratifica un concetto: ad apparire squadra è la Roma, notte fonda per la Juventus. Il gol di Mkhitaryan è quello, splendido, su punizione di Pellegrini ratifica il concetto. Ma è incredibile il modo in cui gli uomini di Mourinho consuetono alla Juventus di tornare in partita e poi, addirittura, di pareggiare. Difesa addormentata sul gol di Locatelli (bravo Morata), Roma poco lucida sul 3 – 3 di Kulusevski. I bianconeri sono tornati alla carica, per demerito della Roma, nel momento in cui Pellegrini e compagni sembravano averla in pugno. La partita è già incredibile così; pensate quando là Juventus la ribalta del tutto e poi, dopo l’espulsione di De Ligt, Pellegrini calcia uno dei peggiori rigori della storia. 

Si fa fatica a ricordare una partita più cervellotica e incredibile di questa. Forse ci viene incontro un titolo cinematografico: “Tutta colpa di Freud”, più che merito di una delle Juventus più battibili viste all’Olimpico negli ultimi tempi.