CAMPIONATOSTORIA DI IERI di Diego AngelinoTOP

ROMA-JUVENTUS. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

La botta di ieri è fortissima, ma anche nelle cose peggiori si deve sempre trovare un lato positivo.  Che rintraccio nelle parole di Mourinho a fine partita: “Dobbiamo uscire dalla comfort zone di giocare per il sesto posto”. 

Perché molto è in questo passaggio: una squadra mediocre, per la quale la mediocrità è divenuta abitudine. L’unica salvezza? Un allenatore come Mourinho: che il problema te lo sbatte in faccia e chiede giocatori di livello. 

Avessimo vinto, vi garantisco, avrei scritto solo del mani di De Ligt sul tiro di Pellegrini. Ed è una delle cose che mi più mi manda ai pazzi: non poterlo fare data la modalità dell’epilogo del match. 

Partita di ieri preparata bene e interpretata meglio, per 65’-70’. Si torna a 4 anche per aiutare il nuovo acquisto Maitland-Niles; Felix fa un lavoro di copertura fantastico, facendo giocare meglio pure il compagno Viña. 
Bene Pellegrini e Mkhitaryan, Abraham segna ancora e lavora benissimo di sponda: male Ibanez che ne combina una al minuto, compresa un’incompensibile rimessa dal fondo, calciata a fallo laterale sul 3-1.

Ma sei al 70’ e avanti di due goal in casa: basta ragionare, riflettere, mantenere l’attenzione. Invece, dopo il 3-2, la Roma si spaventa come fosse una compagine di Allievi che si trova a giocare in Serie A. Giocatori esperti come Smalling addirittura con le mani nei capelli. 

Dicono la Juventus sia scarsa e che sia la peggiore degli ultimi anni: Kulusevski, Morata, Arthur e Chiellini – i 4 cambi bianconeri – sarebbero titolari alla Roma e non solo. 

I giallorossi, tolta la nidiata di ragazzi di belle speranze, in panchina non hanno un centrocampista esperto, che anche subentrando possa farsi dar palla e far ragionare i suoi. Il giocatore che Mourinho aveva chiesto da luglio. 

I tre goal in pochi minuti sono purtroppo divenuti una costante degli ultimi anni, nelle troppe figuracce fatte dalla Roma. Se cambiano gli allenatori e i giocatori sono più o meno sempre gli stessi con i soliti risultati, forse la risposta ai mali giallorossi è fin troppo evidente.

Pur rispettando chi la pensa diversamente, per me l’unico punto fermo è José Mourinho: tutto il resto, fatti salvi quattro-cinque giocatori, può essere, senza rimpianti, migliorato.