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Auguri Sebino!

di Franco Bovaio – Quando la Roma acquistò Sebastiano Nela, per tutti “Sebino”, dal Genoa fui molto felice. Avevo quattordici anni, amavo già la Roma da un decennio e avevo maturato una forte simpatia per il Genoa, che giocava più in B che in A e che seguivo come potevo. E Nela era uno dei ragazzi più interessanti del vecchio Grifone. Sapevo che la Roma, prendendolo, si sarebbe assicurato un potenziale campione e fui davvero entusiasta di vederlo arrivare in giallorosso.

Per me divenne subito un idolo, con quelle cosce robuste, quella grinta fuori dal comune, quella faccia un po’ così che hanno sempre quelli che vengono da Genova e dintorni e quella classe innata che aveva nei piedi. Soprattutto nel sinistro, con il quale faceva quello che voleva. Poi, dato che alla Roma c’erano Liedholm e Maldera (un altro grandissimo tra i miei idoli di quel periodo), Nela finì a giocare a destra e con il numero 2 sulla schiena vinse lo scudetto più bello per tutti noi che lo abbiamo vissuto. Quello che ricorderemo per sempre.

E oggi che compie gli anni ci tenevo moltissimo a scrivere queste poche righe per fargli gli auguri su questa rivista, che oggi è online e che ieri, quando lui giocava, era in versione cartacea e da veri romanisti e collezionisti. Ci tenevo perché, come ho scritto, è stato uno degli idoli della mia gioventù e perché poi, negli anni più recenti, in cui ha lottato e sta lottando contro quel maledetto tumore di cui tutti sapete, da idolo è diventato un esempio.

Con la sua tenacia, con la sua voglia di non arrendersi mai, con la sua forza ieri fisica e oggi mentale. Con il suo essere in tutto e per tutto Sebino Nela. Il nostro Hulk. Uno dei più forti difensori della storia della Roma e uno dei tanti giallorossoblu per i quali ho avuto il piacere di tifare e che ho avuto la fortuna di ammirare con la maglia di entrambe le squadre. Come Pruzzo, come Bruno Conti, come Aldair, che dopo una vita nella Roma è andato a chiudere la carriera nel Genoa, proprio dove la favola di Sebino era cominciata.

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