CAMPIONATOPAGELLARIO di Franco BovaioTOP

ROMA-ATALANTA. Il “Pagellario” di Franco Bovaio

Dopo otto anni la Roma torna a battere l’Atalanta all’Olimpico e l’aggancia in classifica, anche se i bergamaschi hanno una partita in meno. E la vittoria, importantissima, è arrivata al termine di una partita tosta e gagliarda da parte dei giallorossi, che contro l’Atalanta hanno giocato le due partite più belle della loro stagione. Quasi a confermare la statistica per la quale Gasperini non ha mai battuto Mourinho (8, tatticamente perfetto, come all’andata).

A decidere la partita è stata la ventesima rete stagionale di Abraham (7,5), che nelle ultime 18 gare ha segnato 15 gol. E quello di stasera è stato un gran gol, su splendida imbeccata di Zaniolo (7), autore di uno stop da sogno sul lancio millimetrico di Karsdorp (7). Tre grandi protagonisti di questa vittoria, nella quale ci hanno messo molto di loro: dalla grinta alla corsa, dalla classe alla vigoria fisica. E Zaniolo, messo poco dietro ad Abraham come seconda punta, ci sembra nel ruolo giusto.

Buona anche la prestazione di Mkhitaryan (6,5), che ha lottato su ogni pallone e provato a costruire il gioco ogni volta che lo aveva tra i piedi. Concreto e presente Cristante (6,5), un po’ evanescente Pellegrini (6) nel primo tempo, meglio nel secondo, nel quale, però, ha sbagliato lo stop nell’azione che poteva portarlo a tu per tu con Musso e, forse, a segnare il 2-0. E questo gli costa mezzo voto in pagella.

Complessivamente bene i tre della difesa, con Smalling (7) gigantescoe Kumbulla (6,5) che non ha fatto passare nessuno, come Mancini (6), ma dato che quest’ultimo ha sbagliato due gol prende mezzo voto in meno dell’albanese. Poi Zalewski (7). Mourinho lo ha preferito ancora una volta a Vina (6 come a Veretout, altro subentrato) e ha avuto ragione. Il ragazzino ha giocato con personalità e non ha sbagliato nulla. Bravo! Lui e Mourinho, che ci ha puntato sia a La Spezia che stasera.

Rui Patricio (6,5) ha fatto solo una parata, ma decisiva. E quando un portiere risponde presente nell’unica occasione in cui è chiamato in causa dimostra di essere forte. Perché salva il risultato (come ha fatto il portoghese) e perché dimostra di essere sempre concentrato e in partita. E di conseguenza di essere un gran portiere. Come diceva Tancredi.