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DIVAGAZIONI ROMANISTE… Annamo pe’ fratte(si)

Di Franco BOVAIO – Le cronache del mercato narrano che Thiago Pinto e il ds del Sassuolo Carnevali vadano un momento si e l’altro pure “pe’ fratte” (come diciamo noi a Roma) per trovare quell’intesa che farebbe tornare in giallorosso il giovane Frattesi. Uno dei migliori talenti emergenti del nostro calcio, tra l’altro uscito proprio dal vivaio giallorosso e, anche per questo, deciso a tornare alla Roma. Al punto che (pare, si dice, sembra) abbia fatto sapere a Carnevali di essere pronto a rifiutare qualsiasi altra destinazione. “O Roma o niente” avrebbe detto il ragazzo. E anche per questo siamo convinti che l’andare “pe’ fratte” dei due prodi direttori sportivi prima o poi produrrà il risultato che tutti sperano, sia a Roma che a Sassuolo. Ovvero il ritorno nella Capitale di Frattesi con la conseguente soddisfazione economica della società emiliana. Che ha sparato alto nelle sue prime richieste (30/25 milioni di euro) ma che, piano piano, sta arrivando a più miti pretese. Perché alla fine sa bene come amministrare i suoi talenti e i suoi affari, tanto che da quando è salita in A non è mai più retrocessa. E se, tra una fratta e l’altra, Carnevali vuole davvero chiudere questo affare deve per forza venire incontro alla Roma. Altrimenti salta tutto. E si sa, tenere un giocatore scontento ins quadra è quanto di peggio possa capitare.

Dunque pensiamo che i termini dell’accordo che verrà saranno definiti negli incontri “fratteschi” di questi giorni tra Pinto e Carnevali. Al momento in cui scriviamo pare che nell’affare entrerà anche Volpato, giovane promettentissimo in forza alla Roma, che andrà a Sassuolo per diventare grande. Proprio come è capitato, prima di lui, a Pellegrini, a Politano e allo stesso Frattesi. Che a Mourinho e anche a noi (per quello che conta) piace molto, perché porterebbe dinamismo nel centrocampo giallorosso. Per questo lo vuole prima di partire per il ritiro in Portogallo il prossimo 10 luglio.

E il ragazzo mi scuserà se con il suo cognome ho giocato un po’. Perché la vita è sempre meglio prenderla con il sorriso e perché, se mi dovessi mettere a storpiare e scherzare con il mio, sai quanti modi di dire e giochi di parole verrebbero fuori. Come ho avuto modo di constatare da quando sono nato. Ma sempre con il sorriso. A volte, poi, passare da Bovaro a Boario, da Bovaglio a Bavaglio, è stato anche molto divertente. Perché nessuno azzeccava mai il mio vero cognome.