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STORIE GIALLOROSSE… Il testaccino fa 72

Di Franco BOVAIO – Di Claudio Ranieri sapete tutto. E’ inutile che sto qui ad elencarvi la sua splendida carriera, che ha avuto la perla della Premier League vinta con il Leicester e la grande delusione dello scudetto solo sfiorato con la Roma nel 2010. La “sua” Roma. Perché Ranieri è da sempre tifoso giallorosso. Senza se e senza ma.

E oggi che compie 72 anni (è nato il 20 ottobre 1951) merita queste poche righe di una rubrica che lui, da solo, potrebbe riempire con tutte le sue storie. Tra le quali ve ne voglio raccontare due molto personali, ma che almeno sono originali. Entrambe sono legate a quella magnifica stagione 2009-10 nella quale venne chiamato a sostituire Spalletti dopo due sole giornate di campionato. Ranieri non stava nella pelle. Finalmente poteva allenare la sua Roma e lo fece cosi bene che quasi la portò a vincere il titolo. In autunno lo incontrai in occasione di una delle tante, belle, manifestazioni che è solita organizzare l’Unione Tifosi Romanisti dell’ottimo presidente Grasetti. Proprio a Testaccio. Dunque, finita la cerimonia, Ranieri volle fare una passeggiata tra le strade del quartiere dove era cresciuto, anche se era nato lì vicino, a S. Saba. E fu un momento di grande commozione, perché a noi che eravamo al seguito raccontò aneddoti e storie della sua gioventù che, poi, culminò nell’arrivo nelle giovanili della Roma, con piccoli affacci in prima squadra. E fu davvero un bel pomeriggio, che mi fece scoprire l’umanità di questo grande personaggio.

La seconda occasione, invece, mi riporta al dicembre del 2009, a Frascati, dove Ranieri era ospite del Premio Amadei, che viene dato ogni anno al più giovane esordiente della Serie A della stagione precedente. Quella volta il premio toccava ad El Shaarawy (si, proprio lui), che ancora giocava con le giovanili del Genoa. E Ranieri, allenatore della Roma, doveva consegnarglielo. Io ero lì con mio figlio, che aveva cinque anni. E quando gli presentai il mister lui, piccolino com’era, ma cresciuto con le partite della Roma, gli disse: “Ciao Spallucci”. Perché pensava di avere davanti quello Spalletti che aveva sempre visto in Tv sulla panchina giallorossa. Ranieri si fece una risata e gli rispose: “Beh, io sono Ranieri. Ma fa lo stesso, perché Spalletti è proprio bravo”.

Ecco, domenica la Roma ospiterà il Napoli. E sarebbe bello battere “Spallucci” (come lo chiamava mio figlio) per fare un bel regalo di compleanno anche a Ranieri. Che la Roma la porta sempre nel cuore. Proprio come noi.

Auguri mister. Con grande affetto.

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