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SASSUOLO-ROMA. A PRIMA VISTA di Paolo MARCACCI

Qualcuno, che evidentemente non conosce Mourinho, si aspettava una conferenza animata da mestizia o in ogni caso di basso profilo, ieri. È stata invece una prova magistrale dal punto di vista comunicativo; un percorso dialettico a metà tra avviso ai naviganti e precisazioni varie ad personam, con sfumature di mercato sullo sfondo. 

Detto ciò, al Sassuolo oltre a fare i complimenti c’era bisogno di fare gol, anche perché tornare in campo subito e vincere è la medicina migliore dopo aver devoluto a una Lazio semplicemente attendista un “derbuccio” come quello di domenica scorsa. 

Dopo un primo tempo dimenticabile, si prende atto che la Roma non è scesa sul terreno del “Mapei” con la rabbia che sarebbe stato lecito attendersi. Già questa è una colpa. Nessuno si aspettava Shomurodov dal primo minuto, lui non fa nulla per meritarsi la chance, anzi: spreca addosso a Consigli un pallone delizioso di Zaniolo. Per dire dell’approccio romanista, la sintesi è che il migliore nella prima frazione è Rui Patricio. 

Nel secondo tempo il Sassuolo cala un poco, ma non migliora la Roma, fino ai subentri: Abraham, Karsdorp, El Shaarawy. Il gol di Abraham, su cross da manuale di Mancini, è bello e potenzialmente importantissimo. Peccato che la Roma, con uno Smalling stavolta rivedibile anche lui, non lo protegga fino alla fine, concedendo il meritato pareggio al redivivo Pinamonti. 

Una delle partite più deludenti e peggio gestite della stagione. Non c’è molto altro da dire.