ACCADDE OGGITOP

ACCADDE OGGI. 5 dicembre: 1995: La grande rimonta europea…

“Italia paese del sole? Ma fateci il piacere”. Questi e altri coloriti commenti devono aver occupato i pensieri dei danesi venuti a Roma per la gara di ritorno di Coppa Uefa, ma soprattutto per dare uno sguardo alle nostre bellezze, ai monumenti, ai musei, verificare come ci stiamo preparando all’Anno Santo e alle Olimpiadi. Da noi hanno trovato gelo su tutti i fronti, persino la pioggia mista a nevischio a riproporre un clima a loro congeniale, ad alimentare speranze sportive, già forti dopo il successo conseguito in casa.

Tutto giusto, ma il grande cuore della Roma dove lo mettiamo? Coperti da cappucci e giacche a vento, come se dovessero affrontare un viaggio verso Madonna di Campiglio, i supporter della “magica” hanno trovato un solo modo per riscaldarsi: urlare a perdifiato per novanta, intensi minuti e sottoporsi ad un autentico supplizio di emozioni.
Poco più di quarantacinquemila anime, per un miliardo circa di incasso, la cifra che Sensi aveva messo a disposizione dei ragazzi in presenza della qualificazione. Uno striscione su tutti dava, però, la sensazione del pienone: «Non sarai mai sola». Ed è stato così, perché ovunque, nelle case, nei bar, nei circoli ricreativi raggiunti dalle immagini di mamma Rai, le scariche di adrenalina sono state forti.

E se nella solita Curva slogan e bengala raccontavano l’ennesima storia col sapore della sopravvenienza, in campo gli “undici-leoni” tanto per usare un incitamento domenicale, ce l’hanno messa tutta, hanno combattuto come fiere ferite (il gol di Moeller avrebbe stroncato le gambe persino ad un elefante) fino a raggiungere in extremis, probabilmente nel momento in cui l”arbitro Heynemman stava portando il fischietto alla bocca per decretare la fine, un successo storico, un’impresa bella perché diventata improvvisamente impossibile.

Nel colpo di genio di Francesco Totti, nella staffilata di destro (piede usato soltanto per salire sull’auto) di Amedeo Carboni, capitano non a caso, erano condensati rabbia, voglia di resistere, di riemergere contro tutti, il carattere di una formazione che ha sempre creduto e tentato di raggiungere l’obiettivo prefisso. E quella macchia gialla danese “appiccicata” a ridosso della Curva Nord, quei tifosi imperterriti, felici al gol di Moeller, hanno smesso di cantare e di sperare.

(LA ROMA 133 – DICEMBRE 2015)

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