CAMPIONATOSTORIA DI IERI di Diego AngelinoTOP

ROMA-SALERNITANA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego ANGELINO – C’è poco da fare: la gestione della squadra non può che essere orientata alla Finale del 31 maggio. Quindi aspettarsi di più dalla Roma – nel campionato dei Pairetto e dove si devono difendere i “brand” anziché la Giustizia – non credo fosse corretto.

Ecco quindi Bove a fare il centrale/terzino destro/terzino sinistro (in questo momento è bravo ovunque e mette sempre qualità); spazio a Tahirovic che non ripete il primo tempo di Bologna, così come Solbakken; di nuovo minuti per Camara per far rifiatare Cristante e Matìc; Wijnaldum ancora alla ricerca di se stesso; 90′ ben fatti per i rientranti Smalling ed El Shaarawy (purtroppo non ben allineato in occasione dello 0-1).

La partita perde subito un protagonista: la Sud. Impedito infatti l’ingresso di uno striscione che ricordava il leader dei Fedayn Roberto Rulli e la ricorrenza della sua scomparsa, la Curva sceglie prima il silenzio, poi l’uscita. 

La Roma, nel frattempo, è disattenta e concede un goal evitabile al fu tifoso romanista Candreva, divenuto laziale per professione, che mano all’orecchio “sfida” lo stadio dopo la sua rete: dispiace il suo braccio sia cinto dalla fascia che, a Salerno, fu indossata anche da Capitan Agostino Di Bartolomei.

La Roma del primo tempo non ha la forza per riproporsi: quando trova però il goal, c’è di mezzo Belotti con le mani e, quindi, tutto è vanificato. Resto perplesso sull’annullamento della rete per la totale involontarietà del colpo del numero 11.

Ripresa con Llorente, Matìc e Pellegrini, che si guadagna e calcia la punizione su cui pareggia alla grande El Shaarawy. Se il capitano entra bene, così come il serbo, non altrettanto si può dire dello spagnolo: si dimentica di seguire Dia e questi ne approfitta per l’1-2, che gela l’Olimpico.

La principale forza della Roma di Mourinho è quella di non demordere mai: ci sarebbe un rigore – visto il livello di alcuni fischiati nel weekend – su Wijnaldum; ci sono le difficoltà assolute di Belotti a trovare il pallone anche quando l’assist è importante, come uno offertogli da Pellegrini.

Abraham entra: un colpo di testa morbido; un bel pallone per Cristante che non ne riesce ad approfittare al meglio; una respinta da difensore (ancora) su tiro di El Shaarawy. Lì davanti sono problemi, anche perchè la situazione Dybala è avvolta in un mistero che ci porteremo fino a Budapest. 

A evitare perlomeno di perderla, come fu a novembre col Torino, ci pensa ancora Matìc, prima della rissa generata dalla reazione di Dia, per una Salernitana, giustamente, fino all’ultimo in versione finale di Champions.

Due minuti fermi; l’arbitro Colombo allunga la partita di meno di un minuto: sottigliezze sempre fastidiose da vedere.

Alla Roma non resta che mandare mezza Primavera sabato a Firenze e prepararsi alla Finale: la Champions non passa dal campionato oltre che per le colpe giallorosse, per le “insidie” che lastricano una Seria A italiana di nuovo alle prese con uno Scandalo.