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LECCE-ROMA 0-1. I “Migliori e peggiori” di Franco Bovaio

Settima vittoria consecutiva come non accadeva dai tempi di Spalletti, 14mo risultato utile di seguito in campionato, tre punti fondamentali presi per prepararsi agli scontri diretti in casa con la Juve e la Lazio. Ma la Roma doveva vincere prima la partita, già in quei venti minuti iniziali in cui il Lecce era impaurito e Angelino e Koné si sono mangiati due gol grossi così che li fanno finire tra i peggiori. Perché a questi livelli non si possono sbagliare e hanno rischiato di compromettere la partita così come i due falliti nel finale da Shomurodov, che hanno fatto innervosire Ranieri come un po’ tutti noi. Sotto porta bisogna essere più concreti, soprattutto ora che arrivano gli scontri diretti, per fortuna tutti in casa, Inter e Atalanta a parte. Ma loro fanno un altro campionato

I MIGLIORI
Dovbyk – Prestazione brutta, gol bello e pesante, perché porta altri tre punti. Il centravanti deve fare i gol, lui l’ha fatto, dunque tra i migliori ci va, perché segna un gol da centravanti, con caparbietà e bravura. Al suo attivo anche l’assist di testa per il gol poi annullato a Mancini e un altro tiro che impegna Falcone. In area è forte, fuori proprio no.
Mancini – Difende bene, segna ma la rete gli viene annullata per un fuorigioco millimetrico e sfortunato, resta calmo e tranquillo come Ranieri gli ha insegnato. Un pilastro.

I PEGGIORI
Angelino – Sbaglia subito un gol a porta vuota che uno con i suoi piedi non dovrebbe mai sbagliare. L’errore condiziona poi tutta la sua partita, che gioca molto al di sotto del suo standard abituale.
Konè – Calcia addosso a Falcone un rigore in movimento che si era conquistato con un bel pressing sul difensore. Poi corre spesso a vuoto e sbaglia delle scelte nei passaggi che pesano molto nell’economia della gara. Per fortuna non in modo decisamente negativo per la Roma.
Saelemaekers – Sembra la brutta copia del bel giocatore che avevamo ammirato fino a qualche settimana fa. Si fa anche ammonire per proteste sapendo di essere diffidato e poi, continuando a protestare, rischia l’espulsione. Ranieri lo toglie e gliela evita.
Pellegrini – Si impegna molto ma ogni volta che palla finisce sui suoi piedi l’azione finisce. Inutile aggiungere altro.

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