ESCLUSIVASTORIE GIALLOROSSE di Franco BOVAIOTOP

STORIE GIALLOROSSE… Renato, Renato, Renato

di Franco BOVAIO – “Renato, Renato, Renato, se non mi baci non vivo piu” cantava Mina nel 1962. Chissà quante signore e signorine romane avranno detto (non pensiamo cantato) le stesse parole tra il 1988 e il 1989 al brasiliano Renato Portaluppi. Si, avete capito bene, proprio a lui, a quel bel signore oggi brizzolato e sessantaduenne che fa l’allenatore del Fluminense nella World Cup per club che si sta giocando negli States. Quello che ha eliminato l’Inter e che non perde occasione per mettersi in mostra, perché stare al centro dell’attenzione gli è sempre piaciuto, vanesio come è. Lo abbiamo capito subito noi romanisti quando nell’estate dell’88 fu acquistato dal presidente Viola per tre miliardi di lire.

Arrivò a Trigoria e si prese le telecamere ben più del connazionale Andrade, con cui arrivò insieme dal Brasile e che era molto più riservato e timido di lui. A Roma, il bel Renato, doveva spaccare il mondo, perché forte era forte davvero, invece ha spaccato più i divani delle discoteche che il campo, playboy com’era. Capelli lunghi neri, camicia aperta sul petto, danze a go go ma pochi assist e gol. Solo tre nelle prime cinque partite in Coppa Italia ed uno in Coppa UEFA a Norimberga, dove fu anche espulso. Perché ti pare se faceva una partita buona e giusta? Alla fine di quella stagione 1988/89 se ne tornò in Brasile accusando qualche compagno di avergli fatto la guerra e perfino il presidente Viola di non averlo difeso. Alla Roma e a noi tifosi non lasciò alcun rimpianto. Alle tante frequentatrici di locali notturni romani e alle, si vocifera, molte amanti di una o qualche notte, invece, ne lasciò moltissimi. Proprio come cantava Mina nel 1962: “Renato, Renato, Renato, se non mi baci non vivo più”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *