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EDICOLA. Di Francesco, il Cska per riprendersi una Roma in bilico

LA REPUBBLICA (Boccia) – Dice il boss di non aver mai pa-lato con i suoi plenipotenziari di Di Francesco e della sua traballante panchina. La precisazione di James Pallotta in questo momento di bufera che sta sballottando la Roma, non chiarisce se non abbia materialmente fatto una telefonata a Monchi & Co se con loro non abbia posto il problema di una possibile sostituzione dell’allenatore, semplicemente serve a congelare la situazione e togliere il tecnico dalla scomoda posizione di unico imputato per un campionato che si sta sempre più impoverendo. Di Francesco si gioca in queste settimane di fuoco in panchina ma non può certo essere l’unico capro espiatorio.

Di Francesco insomma cerca di spiegare come le contingenze, gli infortuni e gli stravolgimenti lo abbiano costretto spesso a giocarsi le carte dei pia giovani, fossero Luca PellegriniKluivert o Coric, rischiano molto più del dovuto. I giovani impreziosiscono le squadre ma sono anche purosangue da domare. Pure un ritardo di Zaniolo, Luca Pellegrini e Under alla riunione tecnica prima di giocare con la Spal può far perdere in pazienza. Lo scorso anno la Champions servì da moltiplicatore di fiducia ed entusiasmo. Oggi, anche se le possibilità sono intatte sia pure dopo la batosta di Madrid, non ci sono la stessa sicurezza e la stessa spavalderia. II Cska è una variabile impazzita, ha battuto il Real, in campionato è in posizione più che dignitosa, e nell’ultima partita ha vinto con due gol di Nikola Vlasic (fratello di Blanks, grande olimpionica russa dell’atletica) e di Chalov che ha fatto gol di tacco. Il portiere Akineev, almeno, è squalificato.

II travagliato e criticato Di Francesco, “tormentato dai troppi alti e bassi” dice, stavolta non dovrà fare invenzioni. Il recupero di Manolas, Kolarov e De Rossi gli consentirà di stringere i bulloni a un’impalcatura storta e incerta. Pastore stavolta non sarà l’incognita: non sta bene, non entra i convocati. Servirebbero certo i gol di Dzeko, altro mistero, i gol sbagliati a porta vuota, un’evidente insofferenza alla situazione. “Quando si perde – dice Di Francesco – i migliori sono i giocatori che stanno in panchina. E gli allenatori quelli che stanno a casa sul divano”. Almeno su questo non ha torto.

 

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