SO’ CONFUCIO di Paolo MARCACCITOP

SO’ CONFUCIO di Paolo MARCACCI

La Roma ai romanisti: non è uno slogan, è una nota di merito. Perché se la stanno meritando una volta ancora, nonostante e quasi a dispetto di ogni “deterrente” rappresentato dalla caduta degli entusiasmi, dopo una stagione disastrosa; dagli obiettivi di mercato che in parte (in parte) sfumano o che si complicano in modo tale da assomigliare a sogni proibiti, come in queste ore sembra stia accadendo per Veretout; da nomi di eventuali acquisti che spesso sembrano improbabili per alzare la soglia della competitività e al tempo stesso non costano mai poco. Ovviamente Alderweireld non fa parte di questa categoria ma la logorante attesa non induce i più all’ottimismo. 

Eppure, formichina inesorabile, la campagna abbonamenti cammina, procede, si arricchisce di tessere che, mai come in questo caso, rappresentano adesioni sentimentali, concessioni di fiducia a scatola chiusa. Alla fine la Roma potrà vantare, più o meno, lo stesso numero di abbonati delle stagioni scorse, il tutto senza che ci sia ancora stato (quindi ancora presumiamo che ci possa essere) un acquisto di nome, tale da giustificare un (ri)montare della marea dell’entusiasmo. 

In una certa, variabile percentuale, ci vediamo una sottesa fiducia circa l’operato di Petrachi è una positiva curiosità, sempre con riserva, per l’intensità del lavoro di Fonseca. Ma soprattutto, per l’ennesima volta, dopo tutto quello che hanno passato, ci vediamo l’impossibilità, impossibilità ripetiamo, di lasciare sola la Roma, da parte della sua gente, nonostante la Roma sembri a volte far di tutto per farsi abbandonare.

Questo, se permettete, mai come oggi commuove. 

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