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Veretout: «Roma da Champions. Non vedo l’ora di giocare il derby e cantare l’inno»

Esistono due Veretout: il bravo ragazzo senza tattoo e con la faccia dell’amico del cuore da una parte. Il guerriero che non ha paura di nulla dall’altra. Sul campo. C’è del bello in tutti e due e la Roma finalmente se lo può gustare davvero, visto che oramai ha messo da parte ogni contrattempo fisico. «Già e non vedevo l’ora di tornare – dice il francese – Ho dovuto fare una riatletizzazione, ma ora sono pronto per giocare. Devo lavorare ancora un po’ per mettermi al pari con gli altri. Ma la caviglia sta bene, non fa più male, sto per riprendere il ritmo».

Fonseca è a caccia di un regista. Se la sente di assumersi questa responsabilità?
«In questi primi allenamenti sto giocando basso, mi piace. Ma posso essere anche l’altro mediano, quello un po’ più alto. Non è un problema, l’importante è l’equilibrio».

Ci racconta la telefonata con Fonseca?
«Mi ha detto che aveva già visto molte mie partite, che gli piaceva come giocavo e che mi voleva con lui. Mi ha spiegato il suo calcio. È stato fondamentale, se sono qui è anche perché lui mi ha convinto e mi ha fatto sentire la sua fiducia. È stato divertente, a casa quel giorno c’era il compagno di mia cognata che è portoghese. Ha fatto lui da traduttore…»

In quel momento la voleva anche il Milan.
«Ho scelto la Roma perché è una grande squadra. E perché ho capito che con Fonseca potevo crescere. Questo ha pesato, quando vai in un club come questo devi essere a tuo agio. Il mister ha grandi personalità, le sue squadre hanno giocato sempre molto bene e ora vuole fare una squadra forte e competitiva anche a Roma».

Lei è uno specialista sui calci piazzati. È pronto a sfidare Kolarov?
«Se c’è bisogno posso dare una mano, ma non è la priorità, non è il mio obiettivo. Ciò che conta è fare una grande stagione, giocando un bel calcio. E poi ritrovare subito la Champions. Conta questo. Sono due anni fa la Roma ha giocato la semifinale e aveva adesso gli occhi di tutto il mondo. Quando sono venuto all’Olimpico sono rimasto sempre impressionato dallo stadio, dalla passione, dal tifo. Rispetto a Firenze è tutto amplificato, per alcuni versi mi ha messo i brividi addosso».

Juventus, Napoli e Inter sembrano partire più avanti di tutte le altre però.
«La Roma era già una buona squadra lo scorso anno, ora sul mercato ha fatto bene. Possiamo fare una grande stagione, ci dobbiamo solo convincere di questo. Abbiamo giovani molto forti e il rinnovo di Dzeko è stato fondamentale, esattamente come quello di Zaniolo, Under e Fazio. Edin è però un grande calciatore, pesa tanto nel nostro spogliatoio. Quella di restare è la decisione migliore che potesse prendere».(…)

Tra dieci giorni c’è il derby, lei con la Fiorentina ha segnato una tripletta con la Lazio.
«So quanto vale come partita, sarebbe bello fare subito altri tre gol. Appena arrivato in tanti mi hanno fatto capire che devo fare una partita della madonna (letterale, ndr) e che bisogna vincere. Ma prima c’è il Genoa, ci servono i tre punti. Per iniziare bene e avere più fiducia. Poi, vittoria chiama vittoria».(…)

L’immagine che dà è quella del guerriero. Se qualcuno le fa un tunnel che può succedere?
«È già successo al primo allenamento, me l’ha fatto Dzeko. Mi sono girato per guardarlo male, poi ho visto quanto è grosso e ho detto “Va bene così”. In allenamento ci può stare, in partita no. Lì mi arrabbio». (…)

Contro il Real Madrid era in tribuna. Sensazioni?
«Ho sentito l’inno e i cori dei tifosi. Emozionante, prometto che li imparerò presto».

Quando ha firmato chi le ha mandato un messaggio?
«Florenzi, per darmi il benvenuto. È un bravo ragazzo, positivo, ride sempre. Come Kolarov, anche se non ci credete molto».

A Roma si può provare a vincere subito?
«Dobbiamo giocarcela su tutti i fronti. La Coppa Italia, ad esempio, è la strada più corta, ma ho l’impressione che anche le avversarie di Europa League non saranno tanto contente di affrontarci…»

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