CAMPIONATOSTORIA DI IERI di Diego AngelinoTOP

ROMA-VERONA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

Dovessi scegliere un’azione che racchiuda la mediocrità della Roma, credo non ve ne sia una più adatta di questa: decimo minuto, break di Viña che si lancia verso l’area avversaria. Sulla sua destra ci sono Pellegrini e Felix (Abraham è più coperto) completamente liberi di andare a tu per tu con Montipò: l’uruguaiano riesce ad allargarsi a sinistra e a passare comodamente il pallone a un avversario. 

Bisognerebbe mangiarsi il campo, ma non solo per velleità di classifica: per rispetto della propria professione e del pubblico, ancora una volta presente ben oltre i meriti della squadra. 
Si dovrebbero poi trovare ulteriori energie per lottare, visti i 10 (8, più Spinazzola e Boer) assenti e davanti un Verona che sta facendo una grande stagione (battute, tra le altre, Roma, Lazio e Juventus). 
Invece da uno schema su punizione – intuibile pure guardandolo dallo spazio – arriva il vantaggio ospite. 

Mourinho insiste col 3-5-2: ma Mkhitaryan non c’è e i tre esterni sommati (Karsdorp pure adattato a centrale di difesa) non ne fanno uno completo: ieri non ho davvero capito il perché non giocare a 4.

Dopo lo 0-1 la Roma ce l’ha pure il sussulto: ma tra terzini che non azzeccano un passaggio o un cross, centrocampisti frastornati come Oliveira o fuori condizione come Pellegrini, attaccanti che ora scontano la giovane età e la fine dell’effetto sorpresa come Felix, ecco che il Verona fa il 2-0. Due tiri in porta, due goal. 
Nella ripresa si insinua un nuovo dubbio sul livello di molti della rosa giallorossa: perché la Roma – che dovrebbe avere la bava alla bocca per rimettere in piedi la partita – trova al massimo l’esterno della rete col subentrato Veretout. 

Poi, magicamente, bastano due ragazzini (era già entrato Zalewski) che sanno dare del Tu al pallone e la squadra ritrova linfa e le reti che la portano al pari. 

Bravi Volpato e Bove anche per non aver pensato a esultare, ma a correre verso il centrocampo per far riprendere subito il gioco: non banale, soprattutto se hai fatto il 2-2, concentrarsi sulla gara anziché sul primo goal in Serie A. 

Il Verona, che ha iniziato gli “svenimenti” intorno al quarto d’ora del primo tempo, si esalta negli ultimi minuti in questa specialità. Il signor Pairetto mostra più volte a giocatori e pubblico l’orologio: poi, però, concede appena 4 minuti (!!) di recupero. 

Uno sport così popolare e bello che ancora lascia all’arbitrio dei fischietti la decisione su quanto si giochi, anziché passare finalmente al tempo effettivo: incredibile. 
All’ennesimo veronese che tracolla, Mourinho si lascia andare: espulso tra il tripudio dello stadio ancora una volta al suo fianco, se qualcuno avesse dei dubbi.

Vista anche la sconfitta dell’Atalanta (imbarazzante il goal annullatole, che fa felice la Juventus) la Roma può ancora lottare per un, complicato, posto in Europa. Al di là della fattibilità dell’impresa, chissà se domani alla ripresa i giocatori, oltre a mandare i procuratori a parlare di rinnovi, avranno l’umiltà di analizzare il propio operato.