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INTER-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego ANGELINO – La Roma di Milano scende in campo non risentendo delle tante voci di mercato. Una positiva anomalia, conoscendo la storia giallorossa. Come all’andata, Di Francesco prepara alla grande la partita: la squadra gestisce la gara e pressa benissimo, costringendo l’avversario a tanti errori d’impostazione.

Continua però a mancare incisività offensiva, con molte occasioni che restano potenziali e uno Džeko ieri particolarmente abulico. Felice della prova di Strootman da regista: chi mi legge sa che da mesi scrivo della possibilità di vederlo in quel ruolo, viste le difficoltà fisiche nel fare la mezzala. Le difficoltà fisiche, già. Quelle che costringono Di Francesco a non convocare Gonalons e Perotti e a mandare in tribuna De Rossi. Quelle che portano El Shaarawy (gran goal il suo) ad avere i crampi dopo 55’, Gerson a dover uscire, Pellegrini (e poi lo stesso Nainggolan) a giocare parte del secondo tempo in affanno (coi calzettoni abbassati). Così come all’andata c’è necessità di cambi dopo 70’ e la scelta ricade su Bruno Peres, con l’avanzamento di un ottimo Florenzi. Dell’inadeguatezza di Bruno Peres oggi non ne devo certo scrivere io. La denuncio da quando altri allenatori, che in panchina avevano Totti e non, con tutto il rispetto, Antonucci, Nura o Under, lo inserivano come “mossa” offensiva e non come necessità, regalando derby alla Lazio.

Visto l’impatto imbarazzante del brasiliano, Di Francesco prova a correre ai ripari con una mossa che aveva già funzionato con Atletico Madrid: il passaggio alla difesa a 5 e “l’allontanamento” dalla propria aerea di Bruno Peres, con l’inserimento di Juan Jesus. Stavolta non basta: la Roma soffre e subisce un goal del pareggio frutto di più disattenzioni.

A corredo c’è la prova di Massa (e del VAR Damato): come sempre non è mai una giustificazione, ma sia la mezza cintura di Miranda a Florenzi che, forse ancor di più, la sbracciata di Santon su El Shaarawy meritavano probabilmente altre valutazioni.

Anche ieri la Roma ha dimostrato che, se puntellata, può giocarsi fino in fondo il mini-campionato con Inter e Lazio per la conquista di un posto in Champions. Ma andrebbe appunto puntellata con acquisti, non indebolita con cessioni.

 

 

 

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